Petsblog Animali domestici Campilobatterriosi nel cane e nel gatto: causa, sintomi e terapia

Campilobatterriosi nel cane e nel gatto: causa, sintomi e terapia

Che ne dite se oggi andiamo a vedere la campilobatteriosi nel cane e nel gatto? Vediamo cause, sintomi e terapie.

Campilobatterriosi nel cane e nel gatto: causa, sintomi e terapia

Campilobatteriosi nel cane e nel gatto – Che ne dite se oggi andiamo a parlare di una patologia intestinale del cane e del gatto, la campilobatteriosi? Non si tratta di una patologia molto diffusa, tuttavia conviene essere a conoscenza della sua esistenza. Ecco perché oggi andremo a vedere cause, sintomi, diagnosi, terapia e prognosi della campilobatteriosi, malattia infettiva intestinale provocata dal Campylobacter jejuni. E’ importante conoscerla anche perché spesso provoca diarrea della fase di guarigione dalla Parvovirosi.

Campilobatteriosi nel cane e nel gatto: cause e sintomi

La campilobatteriosi è provocata dal Campylobacter jejuni, in precedenza classificato come vibrione. Si tratta di un microrganismo che ama le temperature alte, vive bene a 39-41 gradi. Di solito la fonte di infezione per cani e gatti è rappresentata dal pollame, tuttavia è un microrganismo che si trova nell’intestino di parecchi cani e gatti.

Di solito la campilobatteriosi intesa come malattia colpisce i soggetti giovani, quelli che vengono introdotti magari in ambienti sovraffollati. I sintomi di campilobatteriosi nel cane e nel gatto sono:

  • diarrea mucoide
  • presenza di sangue nelle feci di variabile intensità
  • anoressia
  • febbre

Di solito in cani, gatti e uomo è una malattia autolimitante, a meno che non ci siano altre malattie alla base come la Parvovirosi o che non si instauri una forma di diarrea cronica.

Campilobatteriosi nel cane e nel gatto: diagnosi e terapia

Per quanto riguarda la diagnosi di campilobatteriosi, bisogna fare un esame colturale delle feci, ma non è semplice come si possa pensare: non funziona in stile CSI dove tu invii un campione in laboratorio e lì per magia ti dicono vita, morte e miracoli di quel campione. No, nel caso della campilobatteriosi devi indicare al laboratorista che tu stai cercando quel particolare patogeno in quanto il Campylobacter jejuni ha delle particolari necessità di coltivazione. Raramente lo si evidenzia come formazione a forma di virgola nell’esame citologico delle feci. Visto e considerato che spesso e volentieri lo si riscontra anche nell’intestino di cani e gatti sani, la diagnosi definitiva deve essere emessa dopo valutazione dei sintomi e della risposta alla terapia.

La terapia per la campilobatteriosi del cane prevede la somministrazione di antibiotici come l’eritromicina o la neomicina come prima scelta, ma anche tetracicline e cloramfenicolo. La terapia minima dura cinque giorni, meglio se continuata per 1-3 giorni dopo la scomparsa totale dei sintomi (il che vuol dire non appena sta un po’ meglio, ma quando i sintomi sono spariti del tutto). Frequenti le reinfezioni e recidive soprattutto negli ambienti sovraffollati. Occhio a maneggiare con i guanti i cani affetti da campilobatteriosi perché esiste la possibilità di contagio con l’uomo.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | mvplante

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