Cambiamenti climatici: a rischio anche il leopardo delle nevi
Il Leopardo delle nevi è una delle specie messe a rischio dai cambiamenti climatici
Maestoso, misterioso e a forte rischio di estinzione. Il leopardo delle nevi (Panthera uncia) si aggiunge alla lunga lista di animali la cui stessa esistenza è stata messa a rischio a causa dei cambiamenti climatici. A lanciare l’allarme, in occasione dell’International Snow Leopard Day, è stato il WWF.
L’organizzazione per la difesa degli animali ha chiesto un impegno congiunto da parte di governi, associazioni ambientaliste e comunità locali affinché questa specie venga protetta dagli effetti del riscaldamento globale.
Come l’orso polare e tanti altri animali, anche il leopardo delle nevi rischia infatti di non avere più una casa (né un territorio di caccia) e quindi di sparire per sempre dalla Terra.
Il suo habitat si trova ad oltre 3.000 metri di quota, nelle montagne di Afghanistan, Bhutan, Cina, India, Kazakistan e altri luoghi. Purtroppo però oggi si contano non più di 4000 esemplari. Si stima inoltre che entro il 2070 solo un terzo del suo habitat resisterà ai cambiamenti climatici. Tutto questo equivarrà una sentenza di morte per questa specie.
Non solo cambiamenti climatici: i pericoli per il leopardo delle nevi
Come se tutto ciò non bastasse, l’esistenza di questo maestoso felino è gravemente minacciata anche dal bracconaggio e dai conflitti con le comunità locali. Solo negli ultimi 20 anni si è assistito a un declino del 20% della popolazione di questi animali.
Dal 2008 ne sono stati uccisi ogni anno tra i 221 e i 450,
hanno fatto sapere i membri del WWF che, come abbiamo accennato, hanno dunque lanciato un appello.
La speranza è che governi, associazioni ambientaliste e comunità locali lavorino insieme per garantire la salvaguardia di questo e di tante altre specie animali e dell’ecosistema in cui vivono.
La Terra non è solo nostra, è anche degli animali e delle piante che la popolano. Quando la razza umana lo capirà, potrebbe però essere già troppo tardi.
via | Ansa
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