Busto Arsizio, donna di 50 denunciata per maltrattamenti su 24 animali
La casalinga 50enne viveva in casa con 24 animali tenuti in condizioni davvero disumane: gli agenti l'hanno denunciata per maltrattamenti.
Una donna di 50 anni di Busto Arsizio, in provincia di Varese, è stata denunciata dai carabinieri per maltrattamento di animali. Gli agenti intervenuti hanno scoperto che la casalinga viveva nella sua abitazione con 24 animali. Quando sono entrati hanno trovato quindici cani di diverse razze, cinque gatti, quattro pappagalli, che vivevano in condizioni pessime, soprattutto dal punto di vista igienico sanitario.
I carabinieri sono intervenuti nell’abitazione della 50enne insieme a un medico veterinario in seguito ad alcune segnalazioni che avevano ricevuto. Tutti gli animali sono ora stati sequestrati e sono stati dati in affidamento e in custodia ad alcuni enti specializzati che si occupano proprio di dare ospitalità agli animali vittime di maltrattamenti.
La donna pregiudicata di 50 anni è già stata denunciata dai carabinieri per maltrattamento di animali.
Maltrattamento di animali, la legge
Il reato di maltrattamento di animali è previsto dal Codice Penale Italiano (Art. 544 ter cod. pen.). Ecco la norma che inserisce il maltrattamento di animali tra i reati per i quali scattano processo penale e condanna:
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.
Per maltrattamento non si intendono solo le lesioni che possono essere inflitte a un animale, ma tutte le condizioni che gli arrechino danni. Si parla di maltrattamento per ogni azione condotta dall’uomo che può causare sofferenza fisica o psichica nell’animale.
Rientrano nel maltrattamento tutte le azioni volte a provocare lesioni o danni visibili, il doping, ma anche la noncuranza dei proprietari, l’abbandono, il dover vivere in condizioni igieniche indecenti, la detenzione in spazi ristretti, gli interventi chirurgici destinati a modificare il cane e che non hanno alcuno scopo curativo (taglio di orecchie, coda e anche corde vocali, ad esempio).
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