Petsblog Buon Natale 2014 da Petsblog insieme agli animali del presepe

Buon Natale 2014 da Petsblog insieme agli animali del presepe

Una poesia di Boris Pasternak in cui, a rendere omaggio a Gesù nel presepe, ci sono anche tanti animali non umani.

Buon Natale 2014 da Petsblog insieme agli animali del presepe

Buon Natale, amiche e amici di Petsblog, siate voi a due o a quattro zampe! Nelle nostre case, tra luci e festoni e sapori di buono, i nostri amici pelosi si guardano intorno e rendono la festa ancor più lieta. A Natale torniamo tutti bambini, e i nostri amici animali non umani tornano cuccioli.

Tra le tante poesie sul Natale ve ne propongo una di Boris Pasternak (1890-1960) dal titolo La stella di Natale. Sono solo alcune strofe (la poesia intera la trovate su Booksblog): in questo testo Pasternak mette in scena il bue e l’asinello, ma anche gli animali domestici, i cavalli, i cammelli. E siamo ben felici che il piccolo Gesù venga riscaldato dall’alito dell’asino e del bue e non dalle pelli di pecora: sarebbe stata una violenza assurda, soprattutto se si ammazzano degli animali per riscaldare il Re della Pace (magari ricordiamocelo anche a tavola: è proprio necessario festeggiare il Natale nutrendosi della sofferenza di animali?).

La stella di Natale

Era pieno inverno.
Soffiava il vento della steppa.
E aveva freddo il neonato nella grotta
Sul pendio della collina.

L’alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici
stavano nella grotta,
sulla culla vagava un tiepido vapore.

Una folla di popolo si accalcava presso la rupe.
Albeggiava. Apparivano i tronchi dei cedri.
E a loro: “Chi siete? ” domandò Maria.
“Noi, stirpe di pastori e inviati del cielo,
siamo venuti a cantare lodi a voi due”.
“Non si può, tutti insieme. Aspettate alla soglia”.

Nella foschia di cenere, che precede il mattino,
battevano i piedi mulattieri e allevatori.
Gli appiedati imprecavano contro quelli a cavallo;
e accanto al tronco cavo dell’abbeverata
mugliavano i cammelli, scalciavano gli asini.

Lui dormiva, splendente, in una mangiatoia di quercia,
come un raggio di luna dentro un albero cavo.
Invece di calde pelli di pecora,
le labbra d’un asino e le nari d’un bue.

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