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Brescia: condannati i vertici di Green Hill

Condannati i vertici di Green Hill per il maltrattamenti dei cani beagle destinati alla vivisezione

Brescia: condannati i vertici di Green Hill

E’ finalmente arrivata la sentenza per gli imputati nel processo su Green Hill, l’allevamento lager di Montichiari, in provincia di Brescia, dove venivano allevati cani di razza beagle per essere poi venduti ai laboratori di sperimentazione. Il gestore di Green Hill Ghislane Rondot, e Renzo Graziosi, veterinario della struttura, sono stati condannati ad un anno e sei mesi. Il direttore Roberto Bravi è stato condannato ad un anno più le spese (il tribunale ha chiesto un risarcimento di trentamila euro per la Lega antivivisezione). Assoluzione per Bernard Gotti, secondo gestore dell’allevamento, per non aver commesso il fatto. Alle condanne si aggiunge, per i tre condannati, il divieto di allevare cani per due anni. La notizia migliore, però, è la completa confisca di tutti i cani che, tradotto, diventeranno ufficialmente delle famiglie che li hanno accuditi fino ad oggi.

Gianluca Felicetti, presidente della LAV, ha dichiarato:

«La sentenza di condanna di Green Hill è un riconoscimento a tutte e tutti coloro che in tanti anni hanno partecipato a manifestazioni a Montichiari e in tante altre parti d’Italia e del mondo, hanno digiunato, firmato petizioni, realizzato inchieste giornalistiche, presentato denunce, scavalcato barriere fisiche e ideologiche che difendevano l’indifendibile sapendo bene che “Oltre il filo spinato di Green Hill”, la vivisezione esiste ancora e uccide quasi 3000 animali al giorno, tutti i giorni, solo nel nostro Paese, e non da alcuna risposta positiva alla nostra salute: per questo la nostra battaglia è continua».

Via| La Stampa

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