Benedizione degli animali 2019, Sant’Antonio Abate: storia e leggenda
Il 17 gennaio si festeggia Sant'Antonio Abate, con la tradizionale benedizione degli animali 2019. Ma da dove origina la storia e la leggenda di Sant'Antonio Abate?
Il 17 gennaio si celebra Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Le celebrazioni prevedono anche la tradizione benedizione degli animali 2019. Ma perché Sant’Antonio Abate viene considerato il protettore degli animali? Non c’era già San Francesco d’Assisi ad occupare questo ruolo? La storia, le origini e la leggenda di Sant’Antonio Abate sono antiche. Sant’Antonio Abate, noto anche come sant’Antonio il Grande, sant’Antonio d’Egitto, sant’Antonio del Fuoco, sant’Antonio del Deserto, sant’Antonio l’Anacoreta, nacque a Qumans (Coma, Egitto) nel 251 circa e morì il 17 gennaio 356 nel deserto della Tebaide. Fu un abate e eremita egiziano, fondatore del monachesimo cristiano e primo fra gli abati.
Perché Sant’Antonio Abate è il protettore degli animali?
Sant’Antonio Abate ha diversi patronati al suo attivo:
- patrono dei macellai e salumai
- patrono dei contadini e degli allevatori
- patrono degli animali domestici
Sant’Antonio Abate è considerato il protettore degli animali domestici, motivo per cui spesso viene raffigurato con accanto un maiale con campanella al collo. Ecco perché il 17 gennaio, giorno della sua morte, la Chiesa offre la benedizione degli animali. Tuttavia tale tradizione, con particolare riferimento alla benedizione dei maiali, non è direttamente collegata a Sant’Antonio. La tradizione della benedizione degli animali nasce in epoca medievale su suolo tedesco. All’epoca ogni villaggio allevava un maiale da destinare poi all’ospedale, dove erano in servizio proprio i monaci di Sant’Antonio.
Dall’XI secolo gli abitanti cominciarono a lamentarsi del fatto che i maiali girassero liberamente per le strade ed ecco che i Comuni ne vietarono la circolazione, ma tutelandone sempre la salvaguardia fisica, visto che erano di proprietà dei monaci che ne ricavavano cibo e medicamento per i malati. All’epoca, venivano ammoniti sia coloro che avessero fatto del male a un maiale, sia coloro che volevano rubarli: Sant’Antonio si sarebbe vendicato portando la malattia al posto di guarirla.
Esistono poi diverse leggende locali. In Veneto e in Emilia, per esempio, si pensa che nella notte del 17 gennaio gli animali possano parlare. Durante questa notte, infatti, allevatori e contadini stavano lontani dalle stalle: sentire gli animali parlare sarebbe stato segno di malaugurio.
Benedizione degli animali 2019: la tradizione
Fra le numerose tradizioni legate a Sant’Antonio, spicca quella della benedizione degli animali. Per esempio ad Acone, un paese alle pendici del Monte Giovi, ogni anno il 17 gennaio si tiene la tradizionale benedizione degli animali con tanto di messa.
Stessa cosa con la famosa fiera di Sant’Antonio a Lonato del Garda. La chiesa del centro storico ospita un’antica statua lignea policroma del santo. Qui, ogni anno, sul sagrato della chiesa si svolge la benedizione degli animali.
Foto | Alfredo SÁNCHEZ GARZÓN [CC BY-SA 4.0], from Wikimedia Commons