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Beccaccia eurasiatica: di che uccello si tratta?

La beccaccia eurasiatica è un uccello migratore dalle caratteristiche eccezionali: dotato di un’eccellente vista e di un ottimo udito, questo animale è in grado di mimetizzarsi alla perfezione nei boschi grazie ai suoi particolari colori.

Beccaccia eurasiatica: di che uccello si tratta?

Fonte immagine: iStock

La beccaccia eurasiatica è un animale dall’aspetto buffo: a un primo sguardo, questo uccello potrebbe ricordare per certi versi il Kiwi (Apteryx australis), ma contrariamente al suo collega, la beccaccia è perfettamente in grado di volare ed ha delle dimensioni più contenute.

Questo uccello migratore, noto con il nome latino di “Scolopax rusticola”, è un membro dell’ordine dei caradriformi (che conta diverse specie marine, come i gabbiani), fa parte della famiglia degli scolopacidi, ed è dotato di un lungo e caratteristico becco, che gli permette di scandagliare il terreno alla ricerca di cibo.

Ma che uccello è la beccaccia eurasiatica? In questo articolo faremo la conoscenza di questo timido e straordinario animale, ne esamineremo le caratteristiche, cosa mangia e quali pericoli deve affrontare questa specie.

Beccaccia eurasiatica: caratteristiche e curiosità

Se dovessi vedere per la prima volta una beccaccia eurasiatica, la prima cosa che potresti notare sarebbe il suo lungo e sottile becco. Questo volatile, infatti, presenta un becco lungo quasi 10 cm e di colore scuro, grazie al quale può facilmente esplorare il terreno in cerca di cibo.

Il corpo della beccaccia è di medie dimensioni, raggiunge di solito i 30-35 cm di grandezza, per un peso di oltre 300 grammi per un esemplare adulto (solitamente i maschi sono leggermente più piccoli rispetto alle femmine).

Oltre al becco, un altro elemento che cattura la nostra attenzione è di certo il colore della beccaccia eurasiatica: le piume di questi volatili, infatti, sono marrone scuro, con macchie nere o più chiare (il maschio può presentare colori più brillanti rispetto alla femmina).

Grazie a queste sfumature cromatiche, la beccaccia riesce a mimetizzarsi perfettamente nel suo habitat naturale, i boschi, riuscendo a nascondersi dai suoi predatori.

Come vede la beccaccia?

La beccaccia è dotata di una vista e di un udito davvero eccezionali: i suoi occhi sono posizionati più indietro rispetto alla norma, per cui questo uccello vede molto bene, poiché può contare su un campo visivo di quasi 360 gradi. Il che rappresenta un grande vantaggio per la sopravvivenza di questi animali.

Un uccello crepuscolare

Riguardo le abitudini di questi animali, sappiamo che le beccacce sono degli uccelli crepuscolari, e cioè sono più attive all’alba e al tramonto, mentre tendono ad essere meno attive durante il giorno, quando sono solite riposare fra gli alberi nei boschi.

Cosa mangia la beccaccia eurasiatica?

Come molti altri membri della stessa specie, anche la beccaccia è un uccello insettivoro, per cui la sua dieta è solitamente a base di larve e vermi, mosche, lombrichi, scarafaggi, grilli, ragni, coleotteri.

L’animale acciuffa le sue prede rovistando nel sottosuolo o all’interno dei tronchi, grazie al suo lungo e sensibile becco.

Dove vive la beccaccia?

beccaccia eurasiatica vola
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Qual è l’habitat della beccaccia eurasiatica? L’areale di questo uccello è decisamente ampio. Le diverse specie popolano infatti vaste zone del pianeta. La cosiddetta beccaccia italiana è presente in Europa, in Asia e nelle isole dell’Atlantico.

Nel nostro Paese, si trova perlopiù nei boschi di caducifoglie, latifoglie o misti di latifoglie/conifere nei mesi che vanno da ottobre a marzo (ovvero nel periodo di svernamento).

Purtroppo, sebbene sia considerato un animale “a rischio minimo”, la beccaccia deve fare i conti con diverse minacce, la maggiore delle quali è rappresentata proprio alla presenza dell’uomo. La caccia, ad esempio, rappresenta ad oggi una delle primarie minacce, con gran parte degli esemplari che vengono uccisi proprio in Italia, in Francia, in Inghilterra e in Spagna.

Alla minaccia rappresentata dalla caccia, si aggiunge anche quella legata alla sempre maggiore distruzione dei boschi, con conseguente perdita di habitat naturale. Tali fattori potrebbero presto mettere in serio pericolo la stessa esistenza di questi affascinanti animali.

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