Bari: il Comune non paga le spese e i cani rischiano lo sfratto
Un’altra brutta notizia giunge dalla regione Puglia. Mentre nel Salento un canile è stato oggetto di atti vandalici contro strutture ed animali ospiti, a Bari i cani curati dall’associazione ACA Onlus rischiano lo sfratto a causa dei gravi ritardi nel rilascio delle sovvenzioni da parte dell’amministrazione comunale. A Bari non esiste un canile municipale, nonostante […]
Un’altra brutta notizia giunge dalla regione Puglia. Mentre nel Salento un canile è stato oggetto di atti vandalici contro strutture ed animali ospiti, a Bari i cani curati dall’associazione ACA Onlus rischiano lo sfratto a causa dei gravi ritardi nel rilascio delle sovvenzioni da parte dell’amministrazione comunale. A Bari non esiste un canile municipale, nonostante una sentenza del TAR della Puglia risalente al 2003 abbia obbligato in Comune a costruirne uno. L’ACA, Associazione Cani Abbandonati, è attiva sul territorio cittadino e, mentre da una parte aiuta i cani presenti nella struttura, dall’altra cerca di ostacolare il proliferarsi del randagismo. Adesso, se non si trova un accordo, circa 150 cani potrebbero ritornare in mezzo alla strada.
Attualmente i cani sono in stallo presso una sorta di pensione a pagamento. Questo costa all’Onlus 3000 euro al mese e a questa spesa vanno aggiunti anche i rimborsi per cibo, igiene e medicinali. Mentre fino al 2008 il Comune dava 1,5 € giornaliere per ogni cane ora sembra volerne concedere solo 1,10 €. Il presidente dell’ACA, però, ha fatto una riflessione preoccupante. Lo stesso Comune di Bari ha concesso ad un’azienda privata locale un rimborso giornaliero di 2 € per ogni cane.
Questo fa pensare che il problema non sia certo quello economico perché, in quel caso, nessuno poteva avere più soldi dell’associazione animalista. Non si sa se questo voglia essere l’inizio di un nuovo business come fin troppi se ne sono visti sino ad oggi ma, come provvedimento, è improprio visto che una legge regionale ha imposto che le convenzioni per i canili e i rifugi vengano gestite dalle associazioni animaliste e non dai privati. C’è anche da considerare che la stessa legge prevede un tetto massimo di cani di 200 esemplari mentre questa azienda privata ne gestirebbe addirittura 500. Si spera che l’Amministrazione locale appiani queste divergenze con l’ACA e dia immediatamente il via alla costruzione dei canili municipali che, oramai, aspettano di essere costruiti da troppi anni.
Via| Barilive”
Foto| Flickr