Avvelenamento da stricnina nel cane e nel gatto: cause, sintomi e terapia
Oggi andremo a parlare di avvelenamento da stricnina nel cane e nel gatto, andando a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia.
Continua il nostro viaggio nel mondo dei più comuni avvelenamenti dei nostri cani e gatti. Uno dei veleni più famosi è senza dubbio la stricnina, anche se ad essere onesta non è che ne capitino molti casi. Andiamo dunque a vedere dove si trova la stricnina, quali sintomi provoca, come fare diagnosi e la terapia, anche se bisogna dire che la stricnina una volta che arriva nello stomaco è immediatamente mortale.
Cause e sintomi
La stricnina veniva venduta in passato sotto forma di pesticida per combattere topi, talpe e ratti. Al momento tuttavia non viene venduta più al dettaglio. Senza entrare nel dettaglio del suo meccanismo d’azione, la stricnina di base antagonizza in maniera reversibile il neurotrasmettitore glicina. Quest’ultimo si trova soprattutto nei centri nervosi superiori e nelle cellule di Renshaw, site nel midollo spinale. Queste cellule sono neuroni che di solito mediano le influenze inibitorie che si instaurano fra motoneuroni di gruppi muscolari antagonisti. Il che tradotto vuol dire che i gruppi muscolari si contraggono contemporaneamente senza inibizione.
Tali contrazioni muscolari provocano ipertermia, rabdomiolisi, danno muscolare, dispnea, ipossiemia e morte. Ecco i sintomi di avvelenamento da stricnina in cani e gatti:
- ansia
- agitazione
- contrazioni muscolari tetaniformi (soprattutto gli estensori) che aumentano sentendo rumori o con stimoli tattili
- postura a cavalletto dovuta proprio alla contrazione di muscoli antagonisti in contemporanea
- facies sardonica o riso sardonico (simile al tetano)
- dispnea
- apnea
- morte (per asfissia, insufficienza renale acuta da mioglobinuria o ipossiemia)
Diagnosi e terapia
Per quanto riguarda la diagnosi, normalmente si fa in sede autoptica dopo aver inviato il corpo del cane e del gatto all’Istituto Zooprofilattico di zona, eventualmente insieme anche alle esche avvelenate e ricordandosi che bisogna fornire almeno un sospetto diagnostico.
Non esiste terapia per l’avvelenamento da stricnina, si cerca di attuare terapia di sostegno, ma mettete in conto che la maggior dei pazienti non sopravvive a questo tipo di avvelenamento. Bisogna ventilare il paziente, utilizzare barbiturici per gli spasmi muscolari, effettuare una lavanda gastrica per eliminare il contenuto dello stomaco, somministrare carbone attivo (che non è la stessa cosa del carbone vegetale), reidratare e mantenere la pressione sanguigna. La prognosi rimane comunque riservata, spesso è infausta.
Ovviamente si tratta di un’emergenza veterinaria: se il cane ingerisce della stricnina, contattate subito il veterinario o la clinica più vicina, considerando che il cane o il gatto andranno ospedalizzati. Non perdete tempo a chiedere inutili visite a domicilio: in questo caso non servono a nulla, più perdete tempo e più diminuiscono significativamente le probabilità di riuscire a salvare il vostro pet.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | geoliv