Ascesso nel gatto, cause, sintomi e cura
Gli ascessi cutanei dei gatti sono forse la più comune infezione batterica della pelle dei felini. Variano per gravità, estensione, batteri coinvolti, zona in cui si sviluppano. Vanno curati il prima possibile.
Capita molto spesso nei gatti di vedere degli ascessi cutanei, forse si tratta della più comune infezione batterica della pelle dei felini. È molto più comune vedere ascessi cutanei nei gatti che nei cani a causa della pelle estremamente elastica dei molti mici: a seguito di un trauma perforante, da punta per intenderci, la pelle si richiude cicatrizzando subito, trattenendo i batteri all’interno e provocando così l’ascesso.
Oggi andremo a vedere quali sono le principali cause di ascesso nel gatto, quali sono i sintomi (spesso non così evidenti come si potrebbe pensare) e quale sia la terapia e la cura. Inutile dirvi che se il gatto ha un ascesso, non si aspetta di portarlo dal veterinario dopo una settimana, quando l’ascesso sta diventando un flemmone, il gatto sta andando in setticemia e quando l’infezione si sta mangiando via la pelle del gatto: si va subito. Voi quando avete un ascesso al dente cosa fate? Aspettate qualche settimana prima di porvi rimedio?
Cause
Normalmente la causa di un ascesso del gatto deve essere ricercata in un morso o in un graffio di un altro gatto. Può capitare a causa delle lotte gerarchiche e per le femmine, ma anche in gatti sterilizzati che vivono sempre in casa e che giocano tirando fuori le unghie. Anche morsi di altri animali possono infettarsi causando ascessi, così come ferite accidentali da spuntoni, rametti o qualsiasi altra cosa possa danneggiare la pelle e provocare l’ingresso di batteri.
Le dimensioni di un ascesso dipendono da diversi fattori:
- la tensione della pelle
- la quantità di spazio morto
- l’aggressività del patogeno coinvolto
- la gravitazione
- il tempo intercorso fra quando il proprietario si accorge dell’ascesso, quello di decisione di portare il micio dal veterinario e l’effettiva visita
Molti ascessi poi tendono a recidivare, cioè sembrano guarire momentaneamente, salvo poi tornare di lì a poco tempo. Anche qui le cause possono essere diverse: patogeni particolarmente aggressivi, terapia antibiotica interrotta troppo presto, patogeni come Nocardia o Mycobacterium, presenza di corpi estranei nella ferita.
Sintomi
I sintomi di un ascesso nel gatto dipendono anche dalla sua localizzazione. Normalmente si trovano intorno agli arti e alla faccia, sulla schiena o alla base della coda. Alcuni gatti presentano un gonfiore evidente con scarsi segni di malessere generale, altri, magari con infezione più estesa o perdurante nel tempo, hanno febbre alta, anoressia, ottundimento del sensorio e aumento di volume dei linfonodi regionali.
Di solito l’ascesso è caldo e dolente. Un ascesso in fase iniziale è duro, solido, mentre un ascesso maturo (con pus liquido all’interno) si presenta molliccio al centro. L’odore dello scolo purulento può indicare la tipologia di batteri presenti: quelli molto maleodoranti, rosso-marroni di solito sono associati ad infezioni anaerobie.
Tendenzialmente i segni sistemici scompaiono rapidamente una volta che l’ascesso fistolizza, cioè si rompe verso l’esterno: il pus fuoriesce misto a sangue, il dolore locale si attenuta, la febbre cala. Ciò non vale se da ascesso siamo arrivati alla fase di flemmone, ovvero il pus che si è fatto strada nel sottocute invadendo estese regioni del corpo: qui il rischio di setticemia è altissimo.
Altri sintomi riguardano la localizzazione dell’ascesso:
- miosite, osteomielite, artrite settica, disco spondilite: zoppia, paralisi
- meningite: ottundimento del sensorio, letargia, rigidità nucale, convulsioni
- piotorace, sinusite, rinite: dispnea, rantoli, stridore, scolo nasale
- otite media e interna: segni vestibolari
Terapia
Gli ascessi variano assai per gravità, estensione, batteri coinvolti, zona in cui si sviluppano. Ovviamente, un ascesso va trattato il prima possibile: i batteri non spariscono magicamente da soli. Ecco i capisaldi della terapia:
- terapia antibiotica: sistemica, quindi tramite iniezioni o per via orale. Tecnicamente il protocollo prevede di effettuare un esame batteriologico per assicurarsi del tipo di batteri coinvolti, sottoporre il micio a una terapia antibiotica a largo spettro nell’attesa del risultato e modificazione dell’antibiotico in base a quest’ultimo. Visto e considerato che talvolta l’antibiogramma ci mette anche 15 giorni per diventare positivo e che, onestamente, non si può chiedere a un proprietario un antibiogramma ogni volta che il micio ha un ascesso, di solito si adotta una terapia ad ampio spettro che, nel 99% dei casi, se effettuata per il giusto periodo, porta a guarigione. In caso di recidive o di non responsività al principio attivo, ecco che si fa l’antibiogramma. Mi raccomando poi di non interrompere la terapia antibiotica troppo presto: lo so che in umana si fanno pochi giorni di antibiotici e via, ma qui siamo in veterinaria, si continua con l’antibiotico fino a quando anche la capsula dell’ascesso non è comparsa, pena la recidiva e il dover tutto re iniziare da capo
- disinfezione locale: una volta che l’ascesso è fistolizzato, si può adottare una disinfezione locale con acqua ossigenata, betadine o tintura di iodio, però molto dipende dalla localizzazione dell’ascesso. Se ho un ascesso sul torace, non utilizzate disinfettanti locali a meno che il veterinario non vi abbia detto chiaramente che l’ascesso non è in comunicazione con l’interno del torace
- rasare la parte: se il micio lo consente, normalmente si rasa la zona intorno all’ascesso, in parte per facilitare la disinfezione, in parte per evitare che il pelo continui ad entrare nella ferita
- chirurgia: il drenaggio chirurgico di solito lo si fa in caso di ascessi molto diffusi, maturi. E’ probabile che in questo caso il veterinario non chiuda del tutto la ferita, ma lasci uno sbocco in modo da aiutare il materiale purulento residuo a drenare. Talvolta potrebbe essere inserito un vero e proprio drenaggio
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | MowT