Animali in estate, Enpa dice basta alla “tortura del secchiello”
L’Enpa dice basta alla tortura del secchiello: scopri di cosa si tratta e perchè anvhe tu dovresti evitarla.
Probabilmente lo avrete fatto anche voi da piccoli: durante una spensierata giornata in spiaggia vi capitava magari di prendere gli animaletti del mare, granchi, stelle o cavallucci marini, di metterli in un secchiello e di ammirarli anche per ore. Sembra un comportamento assolutamente innocuo, non è vero? Il problema è che pian piano l’acqua nel secchiello si riscalda, gli animaletti soffrono terribilmente, e alla fine muoiono di fronte ai nostri occhi.
Si tratta di una cosa che fanno spesso i bambini, con il benestare dei loro genitori, ma purtroppo questo comportamento arreca sofferenza a tanti animali indifesi. Per questa ragione, anche quest’anno l’Enpa (Enta nazionale protezione animali) ha lanciato il suo appello per dire basta alla “tortura del secchiello”.
Anno dopo anno sembra che la ‘tortura nel secchiello’ sia una ‘tradizione’ irrinunciabile che anima le spiagge di tutta Italia. Poi però li rimettiamo in mare’ è tra le frasi più gettonate da chi pratica questi crudeli ‘giochi’. Pochi sanno che tutti gli animali, compresi gli abitanti del mare come meduse, pesci o molluschi, sono protetti e non si possono catturare né imprigionare, neanche temporaneamente. È un reato,
specificano i membri dell’Enpa, sottolineando che mettere una stella marina o un granchio in un secchiello vuol dire condannare a morte questo essere vivente. Anche se poi decidete di liberarlo, le alte temperature dell’acqua raggiunte nel secchiello avranno già seriamente danneggiato la sua salute, portandolo quasi certamente alla morte.
L’acqua dentro il secchiello raggiunge infatti alte temperature velocemente, senza che i bimbi possano rendersene conto. Quaranta gradi possono essere fatali per gli abitanti del mare.
via | Ansa
Foto di Andreas Lischka da Pixabay