
Animali domestici, cosa succede in caso di divorzio o separazione - Petsblog.it
Cosa succede in caso di separazione o di divorzio se c’è un animale domestico in casa? Cosa dice la legge oggi.
La questione degli animali domestici in caso di separazione o divorzio è diventata un tema di crescente rilevanza nel diritto di famiglia italiano.
Con l’aumento delle famiglie che scelgono di convivere con un animale domestico, si pone la necessità di stabilire regole chiare riguardo al loro affidamento in caso di crisi coniugale. Attualmente, il nostro ordinamento giuridico non prevede norme specifiche in merito, il che crea una situazione di incertezza e conflitto tra le parti coinvolte.
Animali domestici, cosa succede in caso di divorzio
In assenza di una normativa chiara, i giudici italiani si trovano spesso a dover affrontare il tema dell’affidamento degli animali domestici assimilando la questione a quella dell’affidamento dei figli minori. Tuttavia, non sempre la giurisprudenza è unanime. Alcuni tribunali, infatti, dichiarano inammissibile la domanda di affidamento dell’animale domestico, basandosi sull’assenza di una normativa specifica. Questo porta a una frammentazione delle decisioni giuridiche, dove ogni caso viene trattato in modo diverso a seconda del giudice competente.
Quando i coniugi riescono a raggiungere un accordo sulla gestione dell’animale domestico, i tribunali sono generalmente disponibili a convalidare tale intesa. Questo è un passo importante, poiché consente di evitare litigi e conflitti che possono avere ripercussioni negative non solo sui coniugi, ma anche sull’animale stesso. L’accordo può prevedere: l’assegnazione esclusiva dell’animale a uno dei coniugi, un affidamento condiviso, dove entrambi i partner si prendono cura dell’animale in alternanza.
Uno dei casi più significativi è rappresentato dalla pronuncia del Tribunale di Sciacca del 19 febbraio 2019, che ha stabilito che, in assenza di un accordo tra i coniugi, il giudice può assegnare l’animale domestico a chi garantisca il miglior sviluppo dell’identità dell’animale. Questa pronuncia è considerata un passo avanti poiché riconosce l’importanza del benessere dell’animale, ponendo così l’accento sulla sua dignità e sui suoi diritti, piuttosto che considerarlo semplicemente come un bene materiale.

Un altro aspetto cruciale riguarda la responsabilità per il mantenimento dell’animale domestico e le spese veterinarie. La questione di chi debba farsi carico di tali oneri è spesso fonte di contenzioso. In caso di affidamento esclusivo, è generalmente stabilito che il detentore affidatario sia responsabile per le spese, mentre in caso di affidamento condiviso, le spese possono essere suddivise in proporzione al reddito di ciascun coniuge. Tuttavia, questa suddivisione può non essere sempre equa, soprattutto se uno dei coniugi ha un reddito significativamente più alto.
Con l’evoluzione della società e il cambiamento delle dinamiche familiari, è fondamentale che il legislatore italiano si impegni a colmare le lacune normative esistenti. L’attenzione al benessere degli animali domestici deve diventare una priorità, così come è avvenuto in altri Paesi europei. Solo attraverso un intervento legislativo chiaro e diretto sarà possibile garantire che gli animali domestici non siano considerati meri beni materiali, ma esseri viventi con diritti e bisogni specifici, meritevoli di tutela e rispetto.