Ancona, cane guida può assistere la proprietaria cieca in ospedale
All'ospedale di Ancona un cane guida è stato fatto entrare in stanza con la sua amica umana completamente cieca.
Il cane guida potrà stare accanto alla sua amica umana che assiste perché cieca, durante il suo ricovero in ospedale. E’ quello che è stato deciso all’ospedale di Ancona per Angela Carafa, una signora di Castelbellino che nel 2011 ha perso completamente la vista. Quattro anni dopo è rinata con l’arrivo di Cocca, un Labrador Flat Retriever che lo scorso 23 ottobre ha compiuto 5 anni. E’ il cane guida che le è stato affidato dal Lions Club e che non la lascia mai sola. Nemmeno in ospedale.
Cocca rimane sempre al suo fianco, vivono praticamente in simbiosi. Non ha mai lasciato Angela ed era particolarmente nervosa durante le ore dell’intervento chirurgico al quale era stata sottoposta la sua amica umana reparto di clinica chirurgica dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona. Come se avvertisse che qualcosa non andava. Adesso riposa con lei, buona e tranquilla, sotto il suo letto di ospedale nella stanza al terzo piano.
Un’amicizia profonda, un legame unico. Per Angela Cocca è tutto:
A febbraio sono quattro anni che stiamo insieme. Da quel giorno non ci siamo mai staccate io e lei.
A Torrette non ci sono stati problemi per accogliere Cocca in stanza, dove accanto ad Angela c’è sempre il marito Angelo. In passato aveva già avuto una brutta esperienza all’ospedale di Jesi. In questa occasione, invece, non appena ha chiesto di poter avere accanto a lei il cane, non ci sono stati problemi.
Il personale di Torrette, a vari livelli, ci ha accolto senza alcun problema, agevolandoci in ogni modo. In questi giorni di mia permanenza qui in reparto, il personale è stato incredibile, dolcissimo, a partire dal professor Guerrieri. In poco tempo Cocca è diventata una sorta di mascotte. Qui ci trattano tutti bene, Cocca è amata e cercata da tutti e tutte.
Per il suo arrivo è stato convocato il Servizio d’Igiene dell’ospedale. La paziente doveva essere l’unica nella sua stanza e per l’ospedale è stato un banco di prova per eventuali situazioni analoghe future.
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