Alain Delon e gli avvocati degli animali: si vota in Svizzera
Alain Delon sposa la causa degli avvocati per cani. L’attore franco-svizzero si impegna per la prima volta in una campagna politica: il 7 marzo gli svizzeri andranno a votare per decidere se istituire o meno la figura del legale per animali. Se fino ad ora in tutti i processi legati al mondo animale la parte […]
Alain Delon sposa la causa degli avvocati per cani. L’attore franco-svizzero si impegna per la prima volta in una campagna politica: il 7 marzo gli svizzeri andranno a votare per decidere se istituire o meno la figura del legale per animali. Se fino ad ora in tutti i processi legati al mondo animale la parte in causa era un associazione animalista o una famiglia, con questa riforma l’animale ferito avrà un avvocato personale e presenzierà in aula durante il processo.
Delon ha prestato volto e immagine all’associazione valdese per la protezione per gli animali, convinto che se la Svizzera compirà un passo così importante, anche la Francia seguirà a ruota. D’altronde, come sottolinea il noto attore nell’intervista rilasciata a Le Matin, persino pedofili e stupratori hanno diritto ad un difensore d’ufficio quindi a maggior ragione dovrebbe averlo un animale indifeso.
Circa il suo amore per i cani, Delon racconta che nella sua infanzia sono sempre stati molto presenti, a cominciare da un dobermann che, rimproverato dallo stesso attore, si è seduto fissandolo dritto negli occhi e, sempre a detta di Delon, ha pianto. I cani, afferma l’attore, non hanno i difetti degli uomini: ti amano che tu sia povero o ricco e tra di loro si attaccano per fame e mai per sadismo.
Delon investe molti dei suoi soldi nel sostentamento dei randagi e quando può se ne porta a casa. Ha diversi cani, un gatto e un coniglio e un cimitero personale per i suoi amici animali. Una volta è arrivato persino a chiamare il proprio elicottero per salvare la vita ad un gatto. Il suo fervore animalista è condiviso da un’altra icona del cinema francese, con cui ha spesso recitato: Brigitte Bardot. Anche lei, dice Alain, vive per gli animali e grazie agli animali, che danno un senso alla sua vita.
I temi qui sono tanti: ha senso questa figura legale? Cosa potrebbe aggiungere ai processi che sempre più frequentemente stigmatizzano e puniscono atti violenti a danno degli animali? Chi sviluppa simili proposte di legge ha forse perso di vista i problemi più importanti che affliggono la società? L’amore per gli animali non è spesso uno modo per mascherare e negare persino a se stessi la propria incapacità di relazionarsi col prossimo? I commenti all’intervista offrono qualche spunto.
Qualcuno si chiede se Delon quando vede un incidente per strada e i soccorsi che tardano chiama anche in quel caso un elicottero. Qualcun altro fa notare che preoccuparsi per la vita animale e per gli orsi bianchi (citati nell’intervista) non ha senso se poi non sei vegetariano e te ne vai in giro ad inquinare con un elicottero.
Altri ancora credono che i soldi dei contribuenti prima che per istituire un avvocato per i cani dovrebbero essere usati per garantire un bravo avvocato d’ufficio a persone (ad esempio donne violentate, che vivono in povertà) che non se lo possono permettere. Il commento più triste: cosa non si fa per continuare ad essere presenti. Sono altri i tempi in cui Delon e BB ci facevano sognare.