Ailurofobia: chi ha paura dei gatti?
Tra l’infinito numero di fobie che colpiscono gli esseri umani, ce n’è almeno una che non mi tocca: la paura dei gatti, conosciuta come ailurofobia. Alcune persone, senza un motivo apparente, restano come impietrite di fronte a un micio e, nei casi più gravi, vengono prese da attacchi di panico e difficoltà respiratorie.L’origine dell’ailurofobia è […]
Tra l’infinito numero di fobie che colpiscono gli esseri umani, ce n’è almeno una che non mi tocca: la paura dei gatti, conosciuta come ailurofobia. Alcune persone, senza un motivo apparente, restano come impietrite di fronte a un micio e, nei casi più gravi, vengono prese da attacchi di panico e difficoltà respiratorie.
L’origine dell’ailurofobia è solitamente traumatica: a volte, da bambini, ci si può avvicinare a un gatto in modo goffo o aggressivo, a causa della poca esperienza, e non è raro che i gatti abbiano reazioni violente. Altre volte, può essere la paura di uno dei genitori a essere “trasmessa” ai bambini: un genitore particolarmente ansioso potrebbe allontanare con veemenza un eventuale gatto, preoccupato che il felino faccia del male al piccolo. A prescindere dal fatto che un gatto non si prenderebbe la briga di aggredire un bambino che non gli dà fastidio, il comportamento del genitore porterebbe il figlio a vedere i gatti come una minaccia.
In realtà il discorso delle fobie è estremamente complicato ed esula dalle competenze dei più ma, se si soffre di ailurofobia, potrebbe essere utile tornare indietro coi ricordi, cercando di isolare l’evento “scatenante”. La buona notizia è che, per chi volesse guarire, esistono dei percorsi da fare con uno psicoterapeuta; data la massiccia presenza di gatti nelle nostre città, deve essere sgradevole farsene influenzare.
Mia sorella e mio cugino sono stati letteralmente sfregiati da un gatto (completamente fuori di testa e intrattabile, a essere onesti) da piccoli: il risultato è che entrambi hanno dei gatti e una sottilissima cicatrice sulla fronte. Forse è un problema familare perchè da noi, se un gatto ti graffia, la prima cosa che viene chiesta al ferito è: “Che cosa hai fatto per farlo innervosire?”. Non si dovrebbe arrivare a questi estremi, ma non si dovrebbe nemmeno fare una tragedia se il proprio figlio ha un incontro poco gradevole col micio: siamo pieni di fobie, evitiamo di trasmetterne qualcuna ai posteri.
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