Permessi retribuiti per l’assistenza di animali domestici
Permessi retribuiti per l'assistenza di animali domestici: cosa dice la legge italiana? Esiste una sorta di legge 104 per i proprietari di pets?
Permessi retribuiti per l’assistenza di animali domestici, cosa dice la legge italiana? Sappiamo che per un lavoratore che deve assistere un famigliare disabile o malato esiste la legge 104, con permessi retribuiti che si possono prendere nel corso dell’anno per l’assistenza di chi ne ha bisogno in famiglia. I pets fanno sempre più parte delle nostre famiglie, sono 6o milioni gli animali domestici in Italia. La legislatura italiana cosa pensa per loro?
Esistono dei permessi retribuiti per l’assistenza degli animali, una sorta di congedo per la malattia del cane o del gatto? Cosa prevede la legge e cosa ci dicono recenti sentenze emesse dai giudici del nostro paese? Ecco cosa è bene sapere.
Congedo per la malattia del cane o del gatto
La legge italiana prevede dei permessi retribuiti in diversi casi: per morte o infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado, per assistere un famigliare disabile secondo la legge 104, per il matrimonio, per sostenere esami e concorsi, per allattare il figlio nel primo anno di vita (esteso anche ai papà se la mamma non ne ha beneficiato). Esistono permessi retribuiti per gli animali nel caso in cui abbiano bisogno delle nostre cure?
C’è un caso che ha aperto la strada verso il riconoscimento di un permesso retribuito per curare un animale domestico: è il caso di una dipendente universitaria che doveva assistere il cane dopo un intervento chirurgico. Il datore non gli concesse il permesso e così la donna si è rivolta alla LAV per assistenza legale. Il proprietario è tenuto a prestare le cure adeguate al proprio animale domestico, altrimenti cade nel reato di abbandono secondo l’articolo 727 del codice penale.
Secondo questo caso e anche in seguito a due sentenze della Corte di Cassazione, il permesso per curare l’animale domestico potrebbe spettare in diversi casi:
- se il lavoratore che lo richiede vive da solo
- se non può delegare ad altri il compito
- se il veterinario ha accertato tramite certificato la malattia
- se non ci sono alternative per trasporto e cura
- se è necessario curarlo o farlo visitare
Via | Studio Cataldi
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