Elefante salvato dallo zoo di Islamabad grazie a Cher
La cantante Cher ha salvato un elefante destinato a una vita fatta solo di tristezza: ecco la storia del gigante buono Kaavan e della sua salvatrice.
Gli animali meritano rispetto. Nonostante questo sia ormai un dato di fatto noto a tutti, sono però ancora troppe le persone che trattano queste creature come se fossero degli esseri di serie B.
L’uomo ha ancora adesso quell’assurda convinzione di essere superiore a tutto e tutti, e di avere quindi il diritto di schiacciare, maltrattare e arrecare sofferenza a qualsiasi altro essere popoli la Terra, compresi i propri simili. Quella che vogliamo raccontarvi oggi è la storia di un elefante di nome Kaavan, un esemplare di 33 anni che per la maggior parte della sua vita è stato imprigionato dentro lo zoo di Islamabad, in Pakistan, dove ha vissuto legato a una catena.
Fortunatamente alcuni anni fa Cher ha visto le foto di Kaavan, e resasi conto del trattamento disumano riservato al maestoso animale ha deciso di lottare per la sua libertà. Nel 2016 la cantante ha dunque iniziato la sua battaglia personale per far uscire l’elefante dallo zoo e regalargli la libertà. La cantante ha dato il via a una battaglia legale durata ben quattro anni, durante i quali il povero elefante ha vissuto da solo, incatenato, con pochissimo cibo e in uno stato di grave disidratazione.
La salute dell’animale si è infatti aggravata quando, nel 2012, è morto il suo unico amico, un elefante che viveva insieme a lui. Inoltre, chi avrebbe dovuto occuparsi di Kaavan lo derubava del suo cibo, e il poco pane rimasto veniva rubato dagli orsi selvaggi che entravano nel suo recinto.
Dopo anni di sofferenze, la vita di questo elefante sta però per cambiare. Proprio pochi giorni fa infatti è giunta la notizia che gli sforzi della cantante sono andati a buon fine. Secondo la sentenza dell’alta corte di Islamabad, Kaavan potrà tornare in libertà e – con la collaborazione delle autorità dello Sri Lanka – verrà trasferito entro trenta giorni in un santuario adatto alle sue esigenze. Non possiamo che augurargli ogni gioia e felicità.
via | La Stampa