Botti di Capodanno, LAV chiede al Parlamento un divieto nazionale
La LAV si appella ai comuni e anche al Parlamento per dire basta ai botti di Capodanno.
La LAV si schiera ancora una volta contro i botti di Capodanno, pericolosi per tutti gli animali. E anche per molte persone. La Lega Anti Vivisezione si rivolge a tutti i sindaci che ancora non li hanno vietati, affinché lo facciano al più presto, facendo appello al senso di responsabilità dei cittadini e rivolgendosi anche al Parlamento per una legge nazionale di divieto.
Vietare l’uso di petardi, botti e artifici pirotecnici di ogni genere è la richiesta della LAV ai comuni. E non solo per i festeggiamenti di Capodanno. Il rumore dei botti, infatti, spaventa gli animali, che in risposta scappano, perdendo l’orientamento. Possono smarrirsi, finire chissà dove, anche sotto un’automobile. Un pericolo per loro e per tutti coloro che si trovano in strada.
Ilaria Innocenti, responsabile LAV Area Animali Familiari, spiega:
Gli animali, inoltre, hanno l’udito molto più sviluppato di quello umano e i forti rumori li gettano nel panico, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, come buttarsi nel vuoto, divincolarsi spaventati, scavalcare recinzioni e fuggire in strada, mettendo seriamente a repentaglio la loro incolumità e quella degli altri. Vietare i botti è importante anche per l’incolumità dei cittadini. Lo scorso anno, infatti, si è registrato un aumento dei feriti nella notte di San Silvestro rispetto al 2016: 212 a fronte di 184. Vietare i botti è un gesto di civiltà e di responsabilità, per questo motivo LAV chiede al Governo e al Parlamento una legge nazionale di divieto.
Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali Selvatici, aggiunge:
Per gli animali selvatici la mezzanotte del 31 dicembre è un momento d’inferno: il rischio maggiore riguarda gli uccelli che vivono nei pressi delle aree urbanizzate. Le improvvise detonazioni, infatti, determinano istintive reazioni di fuga negli uccelli che riposano sui posatoi notturni, spesso in colonie molto numerose, che, unite alla mancanza di visibilità, causano la morte di molti di essi, soprattutto per eventi traumatici, derivanti dallo scontro in volo con strutture urbane (case, lampioni, automobili, ecc.
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