Aquila uccisa mentre covava le uova nel suo nido
Nei giorni scorsi un’aquila è stata uccisa mentre si trovava nel suo nido.
Nei giorni scorsi un bracconiere ha ucciso un’aquila mentre si trovava nel suo nido in Val Pusteria. Il rapace stava covando le sue uova, quando le è stata strappata la vita per sempre. Questa triste uccisione è avvenuta a pochi giorni di distanza dalla morte di un’altra aquila che si trovava nei Monti Sibillini.
Si tratta di episodi che meritano di certo una pena esemplare, e che non possono lasciarci indifferenti. Come denunciano le associazioni animaliste, ogni anno vengano infatti uccisi più di 7 milioni di uccelli selvatici. Una strage che bisogna fermare al più presto.
Tutto ciò avviene per il puro “piacere” di togliere la vita a un essere vivente, scegliendo di praticare un “hobby” (se davvero così lo si può definire) crudele e insensato. Ad aggravare la situazione per le aquile e gli uccelli selvatici vi è il fatto che l’habitat di questi splendidi animali viene via via sempre più distrutto dall’azione sconsiderata uomo.
La Lipu sottolinea dunque che uccidere anche un solo esemplare di questi animali rappresenta un fatto gravissimo, che può comportare serie ripercussioni per la conservazione dell’intera specie.
È per questa ragione che l’associazione sta portando avanti la sua campagna contro il bracconaggio, per chiedere al Governo e al Parlamento di pensare a un disegno di legge ad hoc che possa in qualche modo contrastare questa pratica vergognosa. Gli animalisti chiedono delle sanzioni più severe per coloro che uccidono illegalmente questi animali, sanzioni che dovrebbero essere commisurate ai danni arrecati alla biodiversità. Si chiede inoltre un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, in modo da scoraggiare l’attività venatoria illecita.
via | Corriere
Foto di rise-a-mui da Pixabay