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IBD nel cane: principi di terapia

Che tipo di terapie vengono messe in atto in caso di IBD del cane? Quali sono i protocolli più usati? E gli effetti collaterali?

IBD nel cane: principi di terapia

A seguito di alcunerichieste, conviene specificare meglio qualche informazione e dettaglio sulla terapia dell’IBD nel cane. Quando si parla di IBD, purtroppo, bisogna subito mettere in conto un fattore: ci sono alcune forme di IBD che anche con i giusti protocolli semplicemente non rispondono alle terapie, a nessun tipo di terapia prevista. In generale la terapia dell’IBD del cane si basa su tre fattori:

  • dieta
  • antibiotici
  • farmaci immunosoppressori

IBD nel cane: la dieta

La dieta è il cardine della terapia dell’IBD nel cane. E’ vero che ci sono alcuni cani che, anche provando tutte le diete possibili e immaginabili, sia commerciali che casalinghe, non rispondono alla terapia dietetica (rientriamo in quella percentuale di cani che non rispondono a nessuna terapia), ma ce ne sono anche altri che trovano benefici nella dieta.

Di norma si utilizzano diete ipoallergeniche monoproteiche, ma molto valide rimangono anche le diete commerciali idrolizzate. Se il cane non risponde ad una, si tenterà con l’altra, senza dimenticare le diete specifiche per i problemi intestinali. Per una dieta casalinga, si può tentare con una dieta normale o una BARF, ma l’importante è che entrambe le diete siano gestite da veterinari nutrizionisti per evitare carenze e potenziali danni.

C’è da dire, però, che i cani che rispondono meglio alla dieta sono cani giovani nel quale la malattia non è andata avanti troppo a lungo. Diversi studi hanno notato come la sola terapia dietetica in cani anziani o con patologia di lungo corso, non sembrano funzionare benissimo.

IBD nel cane: terapia antibiotica

Non sempre la terapia antibiotica è necessaria, ma spesso sì, soprattutto in caso di presenza contemporanea di SIBO (o ARD come si preferisce definire adesso). A dire il vero non è ancora ben chiaro se la presenza di iperproliferazione batterica sia una delle possibili concause dell’IBD o sia una sua conseguenza/complicanza. Comunque sia in caso di IBD mettete in conto di dover fare cicli periodici di antibiotici come metronidazolo, tilosina e ossitetraciclina.

E adesso le note dolenti. Con l’avvento della ricetta elettronica il veterinario sarà obbligato a prescrivere solamente i farmaci veterinari. Anche là dove non ci fosse la specialità veterinaria per quella molecola, non potrebbe comunque prescrivere un farmaco umano, anche se più adatto, perché prima di lui ci sono altri farmaci ad uso veterinario. Per prescrivere un farmaco ad uso umano, dovrebbe andare in deroga e per farlo ed essere in regola dovrebbe effettuare un antibiogramma.

Esempio pratico. In caso di IBD spesso viene prescritta la tilosina con buoni risultati. Da quando sarà effettiva la ricetta elettronica veterinaria, il vostro veterinario non potrà più prescrivervela in quanto è un farmaco umano di cui non esiste la specialità veterinaria. Secondo la regola della cascata, dovrà prescrivervi farmaci veterinari che non serviranno a nulla. Per potervi prescrivere quella tilosina, dovrebbe andare in deroga giustificando la cosa facendo un antibiogramma, cosa praticamente impossibile in una malattia come l’IBD. Se non lo fa, rischia sanzioni economiche di migliaia e migliaia di euro per aver prescritto un farmaco umano. Ringraziate per questa cosa chi ha fatto la legge e non ha voluto ascoltare le obiezioni pratiche sollevate dai veterinari. Saranno i nostri animali a patire le conseguenze della messa in atto di una legge creata male sin dal suo inizio.

IBD nel cane: terapia immunosoppressiva

Larga parte della terapia dell’IBD del cane riguarda i farmaci immunosoppressivi. Ora, lo so che si è tutti spaventati dall’uso di farmaco immunosoppressivi per via degli effetti collaterali, ma ragionate in questo modo: se il cane non risponde alla sola terapia dietetica e antibiotica, non lo si può lasciare così perché inevitabilmente l’IBD andrà avanti e porterà a morte il cane. Non fare una terapia per paura dei potenziali effetti collaterali e lasciar così morire il cane per la malattia non curata non è molto logico.

Nel caso di IBD i farmaci di scelta sono, in ordine:

  • prednisolone: di norma si parte con questo, si fa una dose di attacco per almeno 2-4 settimane, poi si va a scalare molto, molto gradualmente fino a trovare il dosaggio e la frequenza minima che permettono un buon controllo dei sintomi. Va da sé che spesso il farmaco non si riesce a togliere del tutto perché la patologia è cronica
  • budesonide: si usa in alternativa in quei casi in cui o il cortisone non funziona o gli effetti collaterali come poliuria e polidipsia non siano gestibili. Il problema è che, oltre al costo, alla lunga può sopprimere l’asse ipotalamo-ipofisario. Inoltre ricadiamo di nuovo nel problema dell’impossibilità di ricettazione a causa della ricetta elettronica, a meno di non fare segnalazione di mancata efficacia dei farmaci veterinari alla farmacovigilanza
  • ciclosporina: sempre quando tutto quanto sopra non funziona, ecco che si passa ad altri farmaci immunosoppressori, come la ciclosporina. Anche qui con tutti gli effetti collaterali del caso e il fatto che si tratta di farmaci piuttosto cari, oltre al fatto che in veterinaria la formulazione è solamente per via orale e potrebbe esserci un assorbimento ridotto
  • clorambucile: possono volerci anche settimane o mesi prima di vedere dei miglioramenti
  • azatioprina: idem come sopra
  • sulfasalazina: il suo uso è limitato ai casi di IBD confinata al grosso intestino, ma il rischio di sviluppo di cheratocongiuntivite secca è da tenere in considerazione

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Pixabay

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