Fossa delle Marianne, la plastica avvelena gli animali
La plastica presente nei mari raggiunge anche posti inaccessibili come la Fossa delle Marianne, avvelenando gli animali che lì vivono.
La plastica avvelena gli animali che vivono nei mari. Anche quelli che vivono in zone inaccessibili del mondo. Un recente studio della Newcastle University, pubblicato sul Royal Society Open Science Journal ha voluto analizzare lo stato di salute di luoghi del mondo lontanissimi e che difficilmente si possono raggiunger.e Come la Fossa delle Marianne. E indovinate cosa hanno scoperto? Che anche qui la plastica avvelena gli animali.
La ricerca ha analizzato, ad esempio, dei campioni di piccoli crostacei recuperati nella profondità degli abissi. Le analisi hanno riscontrato tracce di plastica in tutti gli animali analizzati che provenivano da quella zona. La lista è decisamente lunga. Le tracce sono così piccole che gli animali hanno senza dubbio scambiato la plastica per nutrimento e se ne sono cibati. Come del resto se ne trovano in tutto il mondo negli animali che abitano i nostri mari e i nostri oceani.
Se la plastica riesce a raggiungere profondità di 11mila metri sotto il livello del mare, come quelle che caratterizzano la Fossa delle Marianne, la più profonda depressione oceanica al momento conosciuta, possiamo capire quanto la situazione sia davvero preoccupante.
Recenti stime hanno detto che entro il 2050 il peso delle plastiche presenti in mari e oceani sarà superiore al peso dei pesci che in quelle acque vivono. Attualmente sono 150 milioni le tonnellate di plastica negli oceani. Si stima che ogni anno finiscano in queste acque da 4,8 a 12,7 milioni di tonnellate di plastica. La plastica monouso, recentemente bandita dall’Unione Europea con normative recepite anche dall’Italia, e gli attrezzi da pesca persi in mare sono tra i principali inquinanti che mettono a rischio l’esistenza stessa delle specie marine, inquinando i nostri mari.