Petsblog Cani La fertilità maschile dei cani è in diminuzione

La fertilità maschile dei cani è in diminuzione

A causa di contaminanti ambientali, la fertilità dei cani maschi è in netta diminuzione.

La fertilità maschile dei cani è in diminuzione

Ne avevamo già parlato in passato, ma un nuovo studio proveniente dalla Nottingham University ha dimostrato che alcuni inquinanti e contaminanti ambientali diminuiscono la fertilità maschile sia nei cani che negli umani. Tali contaminanti diminuiscono la mobilità degli spermatozoi, ma non solo: danneggiano anche il DNA. E’ da anni che gli esperti del settore hanno notato una netta diminuzione della qualità dello sperma dei nostri cani domestici. Visto che si era notata la presenza di contaminanti e inquinanti ambientali sia nell’apparato riproduttivo dei cani, sia nello sperma, ecco che i ricercatori avevano ipotizzato che la continua esposizione a queste sostanze industriali potesse essere fra i fattori che contribuivano a far diminuire la qualità dello sperma dei cani.

Fertilità dei cani maschi in diminuzione: perché?

Bisogna anche sottolineare come, nel corso degli ultimi decenni, anche la fertilità maschile nell’uomo è andata diminuendo. Molto probabilmente il calo della fertilità maschile in cani e umani è riconducibile alle stesse cause. Il nuovo studio ha esaminato gli effetti di due comuni contaminanti ambientali sulla qualità dello sperma dei cani. Tali contaminanti erano:

  • ftalato Dehp: si tratta di una sostanza presente comunemente in giocattoli, vestiti, tappeti e tappezzeria
  • composto bifenolico policlorurato 153 o Pcb153: tecnicamente è ora vietato, ma persiste così a lungo nell’ambiente che ancora lo si trova come contaminante anche del cibo

I ricercatori hanno testato in vitro gli effetti di queste sostanze sul seme di cani maschi. I risultati hanno confermato quanto sospettato: il Dehp e il Pcb153 diminuiscono la qualità del seme dei cani maschi e aumentano i danni a livello del DNA. Il che spiega perché, spesso, anche con fecondazione artificiale, non si riesca ad avere prole. Ricordiamo che prima di fare accoppiare due cani, sarebbe sempre bene valutare la qualità del seme maschile: se già il vostro veterinario nota delle anomalie di forma, movimento e numero di spermatozoi, allora è bene escludere dalla riproduzione quel maschio. Il rischio, infatti, è quello di fare fecondazioni artificiali destinate sin dall’inizio a non avere esiti positivi. O, peggio, rischiare di far nascere cuccioli con tare genetiche.

Richard Lea, principale responsabile di tale ricerca, ha così spiegato: “Questo nuovo studio supporta la nostra teoria secondo cui il cane domestico è davvero una sentinella, uno specchio del declino riproduttivo maschile umano. I nostri risultati suggeriscono che le sostanze chimiche prodotte dall’uomo che sono state ampiamente utilizzate nell’ambiente domestico e lavorativo potrebbero essere responsabili del declino della qualità dello sperma riferito sia all’uomo che al cane, che condividono lo stesso ambiente”.

Un’altra ricercatrice, Rebecca Summer, ha poi sottolineato: “Sapevamo già che quando la motilità degli spermatozoi umani è scarsa, la frammentazione del dna è aumentata. E l’infertilità maschile umana è collegata proprio a maggiori livelli di danni al dna negli spermatozoi. Condividendo lo stesso ambiente e essendo esposti agli stessi contaminanti, i cani possono essere un modello efficace per future ricerche sugli effetti degli inquinanti sul declino della fertilità, anche perché nei cani possiamo controllare più facilmente le variabili esterne come la dieta”.

Via | Wired

Foto | iStock

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