Animali in gabbia: l’appello di Jane Goodall all’Ue
Contro il dramma degli animali in gabbia, anche Jane Goodall si rivolge all'Ue e chiede che si arrivi a un vero cambiamento
Contro il dramma degli animali in gabbia, anche la scienziata Jane Goodall sceglie di far sentire la sua voce, e lo fa sostenendo la battaglia portata avanti da scienziati e membri del mondo accademico e scientifico, che insieme hanno scritto una lettera rivolta alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al vicepresidente Hans Timmermans e ai commissari all’Agricoltura e alla Salute alimentare Janusz Wojciechowski e Stella Kyriakides.
Quella rivolta all’Ue è una richiesta che può essere riassunta con lo slogan “End the cage age” (Stop all’era delle gabbie). Una petizione firmata da ben un milione e 400 mila cittadini dell’Ue che chiede che vengano apportati dei veri cambiamenti nell’allevamento degli animali.
La vita in gabbia rappresenta una vera sofferenza per tanti, troppi animali del mondo. Galline, conigli, animali d’allevamento, maiali, visoni e moltissime altre specie sono costrette oggi a vivere in delle gabbie minuscole, all’interno delle quali non hanno neanche la possibilità di spostarsi né muoversi. Questa non è vita, e nessuno dotato di un minimo di coscienza potrebbe affermare il contrario.
È giunto il momento che le cose cambino davvero. Come abbiamo accennato, tra le firme a sostegno della petizione vi è anche quella di Jane Goodall. Già alcuni mesi fa l’esperta si era espressa in merito al trattamento disumano riservato agli animali, e aveva parlato del collegamento fra un simile problema e la pandemia di Covid-19.
Animali in gabbia: le parole di Jane Goodall
La stessa etologa ha spiegato che gli animali sono degli esseri senzienti, che provano dolore, paura e gioia esattamente come noi umani:
La maggior parte delle persone oggi comprende che gli uccelli sono esseri senzienti. Abbiamo osservato galline salvate dagli allevamenti intensivi: ognuna aveva una personalità distinta, tutte mostravano emozioni come il piacere e la paura. Un numero crescente di ricerche scientifiche lo sostiene e non c’è dubbio che la vita racchiusa in una piccola gabbia causi grandi sofferenze.
Un cambiamento però è possibile. Nonostante le lobby stiano cercando di frenare il raggiungimento di un modello di allevamento etico e più umano, ormai sono sempre più le persone che si rendono conto di quanto sia crudele il trattamento riservato agli animali negli allevamenti. La petizione “End the cage” è già stata inviata alla Commissione e al Parlamento europeo. Non possiamo che augurarci che la Commissione europea metta fine per sempre all’era degli animali in gabbia.