Recovery fund: il commento dei medici veterinari FNOVI
Recovery fund, il commento dei medici FNOVI: è necessario puntare su una governance in ottica One Health, ecco quali aree considerare
In merito al “Recovery fund”, gli specialisti della Federazione nazionale ordini veterinari italiani (FNOVI) hanno espresso il loro parere, ed hanno fatto notare che durante la pandemia sono emerse tutte le carenze del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Nonostante ciò, in questo quadro desolante è emerso anche il senso di responsabilità e la capacità di resilienza dimostrata dai singoli operatori.
Proprio questi ultimi hanno spesso dovuto rimediare alle mancanze del sistema.
Questo vale per gli operatori di sanità pubblica, compresi i Medici Veterinari pubblici e privati che mai in questi mesi hanno fatto mancare, ognuno per la propria competenza, la loro attività.
Alla luce di quanto detto, FNOVI fa notare che il sistema della prevenzione deve agire in logica “One Health”.
È quindi necessario ipotizzare azioni che perseguano l’obiettivo di rivedere e ridisegnare l’assetto organizzativo di una professione, la nostra, tanto centrale. E questo si può fare, in modo strutturato, ricorrendo alle opportunità che scaturiscono dal Next Generation EU.
FNOVI sottolinea che vi sono in particolar modo alcune aree su cui bisognerebbe concentrare l’attenzione.
Recovery fund, le aree da non trascurare secondo FNOVI
La Federazione sottolinea l’importanza di un consolidamento del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare. Bisognerà inoltre implementare le tutele sanitarie per quanto riguarda il commercio di animali vivi e quello dei prodotti di origine animale.
A tal proposito, andranno anche potenziati i controlli e la gestione degli eventuali focolai di malattie esotiche in ambito veterinario mediante l’implementazione di personale competente. FNOVI punta l’attenzione anche sul potenziamento degli uffici del Ministero della Salute e delle Regioni, che dovranno evidenziare in modo tempestivo eventuali criticità.
Anche l’allevamento andrà posto sotto maggiore controllo, sia da un punto di vista del benessere degli animali che da quello della sostenibilità, seguendo quella che viene definita “agroecologia“. Gli esperti fanno anche notare quanto sia importante comprendere che la “salute ambientale” è legata a filo doppio con la salute dei cittadini.
La maggior parte dei problemi ambientali irrisolti (rifiuti, diossine, eccetera), nascono dal fallimento provocato dalla separazione della protezione ambientale da quella sanitaria. Per cambiare le regole del gioco, sarebbe sufficiente definire il ruolo giuridico di tutto il personale dei dipartimenti di prevenzione, medici veterinari compresi.
Fra le aree da prendere in considerazione vi è anche la cosiddetta “transizione digitale”, volta a potenziare i sistemi già esistenti e ad ampliarli. Non ultimo, un punto da considerare sarà quello dell’istruzione. Gli esperti spiegano infatti che è giunto il momento di rivedere l’organizzazione e la modalità di erogazione dei percorsi specialistici in medicina veterinaria.
Serve un adeguato investimento di risorse per garantire il numero di medici veterinari preparati di cui nei prossimi anni il SSN avrà bisogno.
Foto di David Mark da Pixabay