Gattari da legare: Cres, l’isola dei gatti
L'incantevole Cres, in Croazia, e la sua popolazione felina
Ho notato che spesso le isole sono un luogo magico, per i gatti: questa mia impressione ha trovato la conferma in un breve soggiorno sull’isola di Cres, in Croazia. A prima vista, l’isola e i suoi villaggi di ex pescatori brulicano di cani: cani selezionatissimi dei facoltosi turisti che sbarcano dagli yacht e simpaticissimi meticci selezionati dalla natura e appartenenti agli ancora più simpatici campeggiatori provenienti soprattutto dal nord dell’Europa.
Passeggiando nei piccoli paesini, però, ci si rende conto che i residenti sono quasi tutti felini: gatti che aspettano sul molo i pochi pescatori rimasti, all’ombra delle panchine, gatti che sonnecchiano sui davanzali, a portata di mano della prima gattara in astinenza che passa. Questi gatti, dal pelo lucido e con un collare di fili di lana o, vezzosamente, di tulle, si sono rapidamente ambientati al flusso continuo di estranei che fotografa loro e i cortili nei quali si trovano. A me e ai miei gatti non piacerebbe essere fotografati da uno sconosciuto mentre facciamo i fatti nostri in casa nostra: verosimilmente scapperemmo dentro, chi sotto al letto e chi a telefonare ai carabinieri.
Una sera, passeggiando in uno di questi piccoli borghi, un gattino bianco minuscolo mi sfrecciò davanti ai piedi infilandosi in un sottoscala. Incuriosita, mi avvicinai, ma un branco di bambini minacciosi mi si avvicinò urlando cose incomprensibili. Da brava laureata in lingue, cercavo un ordine in quelle frasi, per scovare soggetto e oggetto o dei marcatori che mi svelassero il verbo. Il mio compagno, pieno di compassione per le mie debolezze, mi disse: “Non vogliono che ti avvicini, hanno paura che lo spaventi”.
Per tutta la serata continuai a urlare che ero già gattara quando i loro genitori andavano ancora a scuola, e che non serviva una combriccola di ragazzini sporchi di terra per insegnarmi come avvicinarsi a un gattino. Col passare dei giorni, però, mi resi conto che quei bambini erano stati gli unici, da quando eravamo sbarcati, a preoccuparsi realmente di preservare qualcosa e a rifiutare senza mezzi termini l’invadenza di una turista.
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