I cani (sicuramente) lo sanno
Vi avevamo parlato tempo fa di un libro scritto dal giornalista Andrea Scanzi. I cani lo sanno. Non serve che vi dica di cosa parla il libro perché Roberto ne ha fatto una bella recensione a suo tempo.Voglio però riportarvi un brevissimo pezzo di questo libro, uno (tra i tanti) che mi ha fatto venire […]
Vi avevamo parlato tempo fa di un libro scritto dal giornalista Andrea Scanzi. I cani lo sanno. Non serve che vi dica di cosa parla il libro perché Roberto ne ha fatto una bella recensione a suo tempo.
Voglio però riportarvi un brevissimo pezzo di questo libro, uno (tra i tanti) che mi ha fatto venire voglia di abbracciare fortissimo il mio cane:
Un cane ha visto Aushwitz. Ma non l’ha chiamato così, perchè ha il senso della misura. Ha giusto sentito gli umani che lo chiamano canile. Ha visto molti uomini e molte donne, ha scodinzolato e saltato dietro la rete. Non l’hanno mai scelto. Forse perchè brutto, forse perchè sfigato, forse entrambe le cose. E non è che gli sia dispiaciuto tanto il morire quanto l’aver vissuto male e per niente.
Un cane è la mascotte della casa. È Novello Novelli nei film di Francesco Nuti. Sembra non contare. Sembra presenza Marginale. Poi, quando non c’è, noti il vuoto. Ma è tardi. Un cane vince ogni anno l’Oscar come attore non protagonista.