Keith Haring e i cani: un ricordo nel giorno del compleanno del grande artista
Keith Haring avrebbe compito oggi 54 anni. Nelle sue opere ci sono spesso rappresentazioni di cani.
Il doodle Google di oggi ci ricorda Keith Haring nel giorno del suo compleanno. Il grande pittore e writer statunitense, infatti, nacque a Reading, in Pennsylvania, il 4 maggio 1958 per poi morire, a soli trentun’anni, a New York il 16 febbraio 1990.
Secondo Keith Haring i bambini e i cani erano le immagini più amate e riconoscibili ed è proprio per questo motivo che, agli inizi della sua carriera, scelse sia gli uni che gli altri come firma per i suoi lavori. Lo dice lui stesso: “All’inizio la mia firma fu un animale che diventò sempre più simile a un cane”. Tanto che in suo autoritratto Keith Haring si rappresentò come come un cane. I suoi cani abbaiano sempre (per questo sono detti barking dogs) e trasmettono quasi un unico movimento di potente energia.
Così sono stati descritti i cagnoni che popolano le sue opere:
I suoi cani non abbaiano soltanto o camminano a quattro zampe. Camminano anche a due zampe. Sono anche grandissimi, a volte, e diventano ciclopici: afferrano, mangiano e calpestano gli uomini. O si meravigliano e fremono alla vista di una piramide. O abbaiano in branco a un uomo su una croce. O giocano saltando attraverso il grande buco nello stomaco di un uomo: cani, un tempo addomesticati e addestrati dagli uomini, ora si divertono a giocare, loro ancora depositari di un’energia primordiale, con l’uomo ormai malato? Forse. I suoi cani esistono anche come pupazzi. E come sculture. Ma si muovono sempre, velocemente: sono feroci, entusiasti, giocosi, dissacranti, imprendibili, come colui che li ha immaginati e disegnati. E sono tutti, sempre, “il cane di Keith Haring”. Si imprime immediatamente nella memoria: riconoscibilissimo. Tutto da vedere.