Un cane nel cinepanettone, ecco a voi il San Bernardo Aaron
Un San Bernardo sarà il protagonista del prossimo film di Natale. Conosciamo Aaron, star di Il Peggior Natale della Mia Vita.
Si chiama Aaron e dall’alto dei suoi 80 chili sarà la star del prossimo cinepanettone. Questo cucciolosissimo esemplare di San Bernardo vive a Nichelino, vicino Torino, e dal prossimo 22 novembre diventerà una star. Il suo simpatico volto infatti ci accompagnerà per due ore durante la visione de Il Peggior Natale della Mia Vita, il sequel natalizio di La Peggiore Settimana della Mia Vita, film dello scorso anno.
Confermato il cast di attori principali capeggiato da Fabio De Luigi a Cristiana Capotondi, con qualche new entry d’eccezione come Diego Abatantuono e lui, Aaron, il “cagnolino” a guardia del Castello Savoia di Gressoney.
Nonostante la presenza di comici arcinoti al pubblico italiano, la star per noi sarà sicuramente lui, il San Bernardo istruito sin da quand’era un cucciolo da Max Pregnolato, addestratore professionista di Movie Dog, che prepara cani per il grande ed il piccolo schermo insieme a Massimo Montinaro.
Lo abbiamo scelto perché la produzione ci ha chiesto un cane con il muso simpatico, giocherellone, abituato a stare in mezzo alle persone e alla neve. La difficoltà l’abbiamo avuta nell’insegnare ad Aaron a riportare una cocorita a De Luigi
dichiara l’addestratore, che spiega come il lavoro di preparare un cane a diventare una star sia tutt’altro che semplice:
il nostro compito è quello di ottimizzare le energie del cane per farlo rendere al meglio. Non esistono cani nati attori, solo cani socievoli e versatili che, se educati, possono diventarlo.
All’interno del film lui sarà un ciclone che dà un tocco di colore e di imprevedibilità alla trama. Talmente imprevedibile da non avere nemmeno un nome nella finzione. Ogni personaggio gli darà il soprannome che più gli aggrada, come “Bullone” affibiatogli da Diego Abatantuono, ma poco importa. Ciò che conta è che sembra divertirsi tanto sul set, e di conseguenza farà divertire anche noi.
Via | La Stampa