Il gatto forte, dolce e vezzoso di Baudelaire
Charles Baudelaire in una poesia afferma di avere un gatto che gli passeggia nel cervello: non è forse vero che tutti noi abbiamo sempre in mente i nostri amici animali?
Siamo sinceri: noi che viviamo con degli animali – siano essi cani, gatti, criceti, gerbilli, tartarughine e rettoli, conigli, furetti, pesciolini, porcellini d’India e via dicendo – spesso li abbiamo in testa e nel cuore e molte volte ci troviamo a pensare a loro nei momenti più disparati. È normale, quando si ama.
Dello stesso avviso è il poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, aforista, saggista e traduttore francese Charles Baudelaire (1821-1867) che in una poesia afferma di avere un gatto che gli passeggia nel cervello. La peculiarità di questo gatto – che il poeta definisce misterioso, serafico, strano – è la sua voce che si insinua tra le pieghe del cervello e permette di vivere una giornata da gattari doc. Piano piano Baudelaire ci porta a conoscere i gatti in vie sempre nuove: secondo lui i mici hanno le pupille mistiche, sono una cura per il cuore innamorato e sono anche un dio che giudica, governa e ispira.
Un bel gatto forte, dolce e vezzoso
Un bel gatto forte, dolce e vezzoso
passeggia nel mio cervello
come a casa sua.
Si sente appena quando miagola,per quanto il tono è tenero e discreto;
ma la voce è sempre profonda e ricca,
sia che brontoli o s’acquieti.
Questo il suo incanto e il suo segreto.Come penetra e filtra questa voce
nell’intimo mio più tenebroso!
Mi riempie come un verso numeroso
e mi rallegra come un filtro!Che quiete per i mali più crudeli!
Racchiude in sé tutte le estasi!
Non le servono parole
per dire le più lunghe frasi.L’unico archetto che morde
sul perfetto strumento del mio cuore
e fa cantare più regalmente
la più vibrante cordaè la tua voce, gatto misterioso,
gatto serafico, gatto strano!
Tutto in te, come in un angelo,
è sottile ed armonioso!
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