Sigarette e tabacco testati sugli animali: un altro buon motivo per smettere di fumare
Sigarette e tabacco testati sugli animali: Yari Carrisi dà un altro buon motivo a tutti i fumatori per smettere di fumare.
Sigarette e tabacco testati sugli animali: ci sono aziende che ancora utilizzano delle povere creature innocenti per testare i loro prodotti, potenzialmente nocivi per l’uomo, figuriamoci per dei poveri animali costretti a inalare sostanze o a fumare addirittura 266 sigarette al giorno, come sottolineato qualche tempo fa dalla LAV nella sua campagna “Aiutali ad uscirne”.
A sollevare di nuovo l’argomento in queste ore è Yari Carrisi, secondogenito di Al Bano e Romina Power. Anche lui ha il vizio del fumo, ma ha deciso di smettere di fumare. E non solo per i rischi per la salute che ogni sigaretta accesa comporta per l’organismo umano. Ma anche per difendere gli animali, costretti anche loro a fumare per ricerche e sperimentazioni. Test sugli animali su sostanze d’abuso che in Italia sono stati messi al bando dal decreto legislativo n° 26/2014 (così come sono banditi trapianti di organi tra specie diverse e riutilizzo di animali in sperimentazioni particolarmente dolorose).
Decreto legislativo n° 26/2014 sulla protezione degli animali ai fini scientifici
Il decreto è stato firmato dal Presidente della Repubblica visti gli articoli 76 e 87 e 117 della Costituzione, seguendo la direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo in merito alla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. A tal proposito l’Articolo 1 al comma 2 sottolinea:
È consentito l’utilizzo degli animali ai fini scientifici o educativi soltanto quando, per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo o una strategia di sperimentazione scientificamente valida, ragionevolmente e praticamente applicabile che non implichi l’impiego di animali vivi.
Per poi aggiungere:
Vietare l’utilizzo di animali per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione della formazione universitaria in medicina veterinaria e dell’alta formazione dei medici e dei veterinari.
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