I gatti come esempio di poesia in Wis?awa Szymborska
Wis?awa Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996, in una poesia in cui parla proprio del componimento poetico usa come esempio del poetare un gatto.
Il binomio poesia e gatti va per la maggiore: in base alla mia esperienza ci sono molte più poesie sui mici che sui cani o sugli altri animali. Del resto si dice che gli scrittori e le scrittrici abbiano un debole per i gatti e quindi questo potrebbe giustificare il fatto che Micio abbia un canzoniere più vasto che Fido.
Un esempio è una poesia di Wis?awa Szymborska, di cui abbiamo più volte scritto su Petsblog. Celebre la sua poesia Il gatto in un appartamento vuoto e anche il suo Monologo di un cane coinvolto nella storia. Ma quando la poetessa, Premio Nobel per la poesia nel 1996, deve parlare della poesia in sé l’immagine che sceglie è proprio quella del gatto (e non di un altro animale, come, per esempio il tarsio o uno degli animali del circo di cui pure ha scritto). È il gatto che, in un certo senso, diviene personificazione della poesia (insieme a Pierino… e questo la dice lunga!)
In effetti ogni poesia
potrebbe intitolarsi «Attimo».Basta una frase
al presente,
al passato o perfino al futuro:basta che qualsiasi cosa
portata dalle parole
stormisca, risplenda,
voli nell’aria, guizzi nell’acqua,
o anche conservi
un’apparente immutabilità,
ma con una mutevole ombra;basta che si parli
di qualcuno accanto a qualcuno
o di qualcuno accanto a qualcosa,di Pierino che ha il gatto
o che non ce l’ha più;o di altri Pierini
di gatti e non gatti
di altri sillabari
sfogliati dal vento;basta che a portata di sguardo
l’autore metta montagne provvisorie
e valli caduche;che in tal caso
accenni al cielo
solo in apparenza eterno e stabile;
che appaia sotto la mano che scrive
almeno un’unica cosa
chiamata cosa altrui;che nero su bianco
o almeno per supposizione
per una ragione importante o futile,
vengano messi punti interrogativi,
e in risposta –
i due punti: