Tartarughe di terra: quali specie esistono?
Vista la vastità dell’argomento, oggi parleremo di tartarughe di terra italiane, quelle nostrane, andando a vedere quante specie esistono.
Di tartarughe di terra ce ne sono di tantissimi tipi, specie e razze, ma solo tre sono quelle che troviamo sul suolo italiano: la Testudo graeca, la Testudo hermanni e la Testudo marginata. Tuttavia nei nostri terrari possiamo anche trovare tartarughe di terra non italiane, basta solo pensare alle varie Geochelone paradalis, la Sulcata, l’elegans, la radiata e via dicendo.
In questo articolo parleremo delle tre tartarughe italiane, riservano alle tartarughe provenienti dall’Africa o dal Sud America un post a loro dedicato.
Testudo graeca
La Testudo graeca è una delle tre tartarughe in cui potreste imbattervi in Italia. In realtà è diffusa in Europa, la trovate per esempio sia in Grecia che in Spagna, ma anche in Asia e nel Nord Africa. Spesso la si confonde con la Testudo hermanni, ma una piccola e utile differenza c’è: la Testudo graeca ha dei tubercoli presenti sul bordo posteriore delle cosce, che mancano nelle altre tartarughe. Inoltre, sempre rispetto all’Hermanni, ha un unico scuto sopracaudale, mentre l’Hermanni di solito ne ha due. Di Testudo graeca ne esistono diverse sottospecie, quella più diffusa in Italia è la Testudo graeca ibera.
E’ una tartaruga strettamente erbivora, con un po’ di pratica è possibile distinguere anche il sesso. Per quanto riguarda il dimorfismo sessuale, la femmina ha il piastrone piatto, mentre il maschio concavo; la coda della femmina è più corta e nel maschio la distanza fra l’apertura cloacale e la base della coda è maggiore; l’angolo formato dagli scuti anali è maggior nel maschio che non nella femmina; l’altezza degli scuti è maggiore nella femmina; nella femmina gli scuti sono in linea col piastrone, nel maschio tendono verso il basso.
La Testudo graeca può andare sia in letargo che in estivazione. Per quanto riguarda la riproduzione, di solito raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni, sono ovipare, dotate di anfigonia ritardata, depongono le uova da maggio a luglio, l’incubazione dura 2-3 mesi, il sesso dei nascituri è determinato dalla temperatura dell’ambiente (se fa caldo nascono più femmine, se fa freddo nascono più maschi).
La Testudo graeca è Inserita nella Red List (tutti i rettili del genere Testudo lo sono: è dunque protetta dalla Convenzione di Berna, allegato II, inclusa nella CITES appendice II dal 01/07/75 e in allegato A del Regolamento dell’Unione Europea 1332/2005. Ciò significa che è assolutamente vietato raccoglierle e adottarle in natura, l’allevamento e il commercio degli esemplari in cattività è severamente controllato e a controllare il tutto ci pensa il Corpo Forestale dello Stato.
Testudo hermanni
La Testudo hermanni e la tartaruga lacustre Emys orbicularis sono le uniche specie di tartarughe autoctone dell’Italia (la Testudo graeca e la marginata vennero importate eoni fa). La Testudo hermanni la si trova solamente nell’Europa meridionale.
La caratteristica saliente è la colorazione particolare del piastrone: base gialla più o meno intensa con estese macchie marroni. Per quanto riguarda le dimensioni, sono leggermente più grandi della Testudo graeca (15 centimetri maschi, 18 femmine): quelle pugliesi partono da un minimo di 13-15 centimetri in su, quelle sarde arrivano anche a 24 centimetri (almeno, la sottospecie Testudo hermanni hermanni, perché la hermanni boetggeri arriva anche a 30 centimetri).
Per distinguerla dalla Testudo graeca, innanzitutto guardiamo il piastrone, dove le macchie nere sono più estese e allungate. Poi guardiamo il posteriore: la Testudo hermanni, a differenza della graeca, non ha i tubercoli sul bordo posteriore delle cosce, ma presenta un tipico astuccio corneo sulla punta della coda. Inoltre nella hermanni lo scuto sopra caudale è di solito diviso in due.
Per quanto riguarda dimorfismo sessuale, alimentazione e riproduzione è del tutto sovrapponibile a quanto detto sulla Testudo graeca.
Testudo marginata
La Testudo marginata è universalmente riconosciuta come la testuggine mediterranea che fa perdere maggiormente la testa agli appassionati di questi rettili. Questo perché è la più grande e il suo carapace è veramente particolare, lo potete vedere nel video. Può raggiungere le dimensioni di 45-50 centimetri, il piastrone presenta dei triangoli neri con vertice verso la coda e le squame marginali posteriori sono allungate, formano una specie di gonna. Come la Testudo graeca ha i tubercoli sul bordo posteriore delle cosce, ma a causa della conformazione dei suoi scuti è impossibile confonderla con altre tartarughe.
Per quanto rigurda letargo, estivazione, riproduzione, alimentazione è tutto uguale alle due tartarughe precedenti.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Ubefoto