La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e il rispetto per gli animali
Tra i quattro indicatori che i profiler dell’FBI utilizzano per valutare futuri comportamenti violenti delle persone figura quello del maltrattamento degli animali.
Era il 17 dicembre 1999 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decretò che il 25 novembre di ogni anno si celebrasse la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La data del 25 novembre è stata scelta perché proprio in quel giorno del 1960 le sorelle Mirabal, nella Repubblica Dominicana, mentre andavano a visitare i loro mariti in prigione, vennero bloccate da agenti del Servizio di informazione militare, torturate, massacrate e strangolate e, infine, gettate in un precipizio per far sembrare tutto un incidente.
La violenza contro le donne avviene soprattutto in casa, dietro quelle mura che solitamente sono viste come nido d’amore e che, invece, troppo spesso si trasformano in autentici covi d’odio. Violenza e odio che talvolta si riverberano anche sui nostri amici animali. È un indice importante da tenere presente perché, secondo i profiler dell’FBI, chi maltratta gli animali è anche predisposto alla violenza domestica e agli abusi sui minori. Stando ai dati offerti dalle statistiche, nei casi di violenza sulle donne è stato accertato che il violentatore – spesso lo stesso partner della vittima – aveva ferito o ucciso uno o più animali domestici.
Altri studi hanno evidenziato che molte donne che vivono con cani o con gatti sono restie a denunciare il proprio partner violento perché temono ripercussioni sugli amici a quattro zampe. Non è un caso, infatti, che molti tra gli uomini che commettono abusi domestici, utilizzino l’animale di casa come ostaggio, per impedire alla vittima di scappare: condizionando le donne a non lasciare l’abitazione e a non interrompere la relazione, per evitare atti di violenza sull’animale o sugli animali.
Cerchiamo di non chiudere gli occhi quando assistiamo a violenze sugli animali o quando veniamo a sapere che Tizio o Caio ha fatto del male a un animale da compagnia: mettiamo la pulce nell’orecchio a chi di dovere. Si tratta di salvare vite.
Foto | Garry Knight