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Zorro, il dogo che rischia la pena di morte

Un dogo è a rischio per una soppressione decisa troppo alla leggera, scoprite cosa è successo

Zorro, il dogo che rischia la pena di morte

Questa è la storia di Zorro, un cane che, a dispetto del nome, è bianco come la neve, come tutti quelli della sua specie perché Zorro è un dogo argentino. Zorro, ora, rischia la soppressione perché ha reagito e ha morso due persone. Partiamo dall’inizio della storia.

Da un articolo di “Corriere.it” sappiamo che qualche tempo fa il padre del padrone di Zorro l’ha colpito con un giornale e il cane lo ha morso al braccio. Questo è il fatto e qui ci sono dei dati in più. Il “nonno” ha detto che l’ha fatto per scherzo ma, ovviamente, il cane non sa quando un umano scherza. Si dice che il cane ha “azzannato con ferocia” il braccio dell’uomo ma, se fosse realmente stato così, ora parleremmo di un uomo senza un braccio e non solo con qualche punto di sutura. Zorro, purtroppo, si è anche scagliato, qualche giorno dopo, contro un altra persona ma, in questo caso, non conosciamo la ragione.

Il sindaco del paese nel grossetano, ha chiesto ai veterinari dell’ASL una perizia e, secondo loro, Zorro è irrecuperabile e, quindi, deve essere soppresso. I padroni (e la LAV) hanno portato Zorro in una struttura protetta per fargli seguire un corso di recupero e riabilitazione, come stabilito dalla legge. Oggi il sindaco, la sigora Bai, afferma che ha cambiato idea sulla soppressione di Zorro finché non sia finito l’iter di recupero.

Qui succede una cosa particolare: come scritto sul sito “Il Giunco” in un’intervisa, della LAV afferma:

È ben strano che questo ravvedimento sulle competenze avvenga solo adesso, quando la petizione sta raggiungendo le sedicimila firme e da giorni il Comune è tartassato da email e telefonate. Solo il 6 dicembre scorso il sindaco Lidia Bai si è esposta in una conferenza stampa accanto al responsabile dei servizi veterinari della Asl 9, Paolo Madrucci, sostenendo che Zorro doveva essere assolutamente ucciso. E proprio da quel momento, dopo vari tentativi di dialogo da parte della LAV che l’amministrazione non ha colto, è partito il mail bombing che ora si vuol far credere mal indirizzato. Se la soluzione era così semplice perché Lidia Bai non ha chiamato la Lav e i proprietari assicurando di non avere potere di emanare quell’ordinanza? Il cane non si trova da tempo sul territorio di Massa Marittima, in quanto per mesi è stato ospite del canile di Follonica, ma l’idea di tirarsene fuori è venuta solo adesso al sindaco, che fino a ieri sembrava di tutt’altra intenzione.

Zorro, quindi, ha ancora del tempo per dimostrare di essere solo un cane che ha “sbagliato” e che non lo farà più. Purtroppo c’è ancora troppa ignoranza nei confronti di razze considerate “pericolose” come i dogo, i pitbull, i rottweiler. Non si considera mai che un cane reagisce ad uno stimolo e, nel 90% dei casi, sono gli umani vittime di attacchi a non sapere come ci si comporta con un cane!

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