Ancora maltrattamenti contro gli animali: l’Iran manda nello spazio un’altra scimmia
Con la scusa dell'avanzare della scienza, noi animali umani continuiamo a infliggere sofferenze agli animali non umani: quando la smetteremo?
Chissà, forse la Giornata Internazionale per i Diritti degli Animali che abbiamo celebrato il 10 dicembre scorso ha fatto leva su qualcosa di oscuro che si annida nell’animo umano. Non si spiegherebbero, altrimenti, alcune notizie di maltrattamenti di animali che si sono concentrate proprio questa settimana.
A dare inizio alle tristi danze è stata Luciana Littizzetto che ha portato nello studio di Che tempo che fa un maialino: pur di far ridere (ma poi, sicuri che abbia ottenuto lo scopo?) né lei, né Fabio Fazio né tutto lo staff della trasmissione hanno preso in considerazione l’individualità del maiale, che se ne stava terrorizzato sotto i riflettori e dinanzi a un pubblico che batteva le mani dinanzi a una situazione che definire squallida è poco. Non pago, Fabio Fazio pare intenzionato a portare sul palco dell’Ariston, in occasione del Festival di Sanremo, un gregge di una cinquantina di pecore, un omaggio ai “bei tempi andati” dell’Italia. Non sarebbe forse il caso di guardare all’oggi e alle sofferenze che infliggiamo agli animali non umani, invece che intraprendere l’ennesima operazione nostalgia in nome del dio-share?
Un’altra notizia di maltrattamenti di animali non umani la riporta il Corriere: l’Iran ha annunciato di aver recuperato sana e salva una scimmia inviata nello spazio a bordo di una capsula spaziale. È la seconda operazione di questo tipo effettuata da Teheran nell’ambito del suo programma balistico. La scimmia si chiama Fargam ed è rimasta in orbita per un quarto d’ora a un’altezza di centoventi chilometri. Esulta il presidente Hassan Rohani, sottolineando come Fargam sia tornata sana e salva dalla missione (però nessuno ha specificato dove sia caduta la capsula) e l’agenzia Irna fa sapere che lo stesso presidente “si è congratulato con i nostri scienziati ed esperti per il successo del secondo invio di una creatura viva nello spazio”.
Siamo molto bravi noi, animali umani, a sperimentare in vario modo sugli animali non umani: prima di Fargam, in Iran c’è stata un’altra scimmia come ricorderete, ma non è l’unica; in passato i francesi hanno inviato nello spazio un topo, ma anche un gatto di nome Felix e non dimentichiamo la cagnetta Laika e lo scimpanzé Ham. Si dirà che hanno dato un contributo all’avanzare della scienza. Chissà se qualcuno si sarà mai posto il problema se loro avessero voluto dare tale contributo che metteva a repentaglio loro vita… Provate solo a immaginare lo spavento di questi animali, presi, legati, messi in un contenitore strettissimo, sistemati nel razzo e spediti nello spazio a folle velocità. Di quanta sofferenza siamo responsabili?