Avvelenamento da glicole etilenico nel cane e nel gatto: sintomi e cosa fare
Sempre per rimanere in tema di intossicazioni, ecco le cause, i sintomi e la terapia dell’avvelenamento da glicole etilenico nel cane e nel gatto.
L’avvelenamento da glicole etilenico è un avvelenamento frequente nel cane e nel gatto durante il periodo invernale e questo perché il glicole etilenico è uno dei costituenti del liquido antigelo delle macchine. In previsione dell’inverno, mettiamo il liquido antigelo nella macchina (o dovremmo ricordarci di metterlo, personalmente me lo scorso sempre), qualche goccia ci cade per terra, ha un gusto dolciastro e appetibile, il cane o il gatto incuriosito si avvicina, lo ingerisce ed ecco che si intossica.
Cosa causa il glicole etilenico
Il glicole etilenico è un veleno che viene assorbito molto velocemente dall’apparato gastroenterico ed è fortemente irritante per le mucose. Pensate che a sole tre ore dall’ingestione si ha il picco ematico. Metà di quello ingerito verrà escreto come tal quale dal rene, ma l’altra metà verrà metabolizzato ed è qui che sorgono i problemi: finché non è stato metabolizzato il glicole etilenico è tossico a livello dell’etanolo per intenderci, quindi al massimo provoca depressione del sistema nervoso centrale. Ma una volta che viene metabolizzato, ecco che si trasforma in un composto altamente tossico che provoca una rapida acidosi metabolica e un’insufficienza renale acuta e fulminante.
Sintomi
I sintomi dell’avvelenamento da glicole etilenico dipendono dalla dose assorbita, ma anche dalla fase dell’avvelenamento in quanto didatticamente si distinguono tre fasi:
Prima fase: inizia mezz’ora-12 ore dopo l’ingestione
- Irritazione gastroenterica
- Nausea
- Vomito
- Depressione del sistema nervoso centrale
- Poliuria
- Polidipsia (almeno all’inizio, poi diminuiscono e si disidratano)
- Atassia
- Tremori muscolari con fascicolazioni
- Crisi convulsive
Fase 2: nel caso in cui il paziente riesca a sopravvivere alla prima fase, i sintomi apparentemente sembrano migliorare, salvo poi essere seguiti da gravi sintomi cardiopolmonari
- Tachipnea
- Tachicardia
- Polso debole e frequente
- Acidosi metabolica
Fase 3: si ha 24-72 ore dopo l’ingestione, a volte anche più tardi
- Anoressia
- Vomito
- Diarrea
- Abbattimento
- Disidratazione
- Alito che sa di urina
- Convulsioni
- Depressione del sensorio
- Coma
- Morte
La diagnosi viene emessa tramite visita clinica ed esami del sangue, da cui emergerà acidosi metabolica, aumento di creatinina e azoto ureico (nel cane di solito ci mette 24-48 ore; nel gatto meno, 12 ore) e la presenza di cristalli di ossalati nelle urine (da 3 ore nel gatto dopo l’ingestione a 6 ore; si ritrova anche glicosuria e ematuria da forte danno renale).
Terapia
La terapia dell’avvelenamento da glicole etilenico deve essere il più tempestiva possibile: se già compaiono cristalli di ossalato nelle urine, allora siamo di fronte ad un’insufficienza renale acuta, la maggior parte delle volte mortale. Se il cane o il gatto hanno leccato il glicole etilenico da meno di mezz’ora, si può tentare di farli vomitare e dare carbone attivo, per minimizzare l’assorbimento del tossico.
Un antidoto utilizzato è il fomepizolo, a patto di trovarlo rapidamente: lo si può usare nel cane, nel gatto non è ancora stato testato, quindi si usa l’etanolo per via endovenosa. Opportunamente diluito e tenendo in considerazione che provoca depressione del sistema nervoso centrale. Bisognerà poi correggere l’acidosi metabolica e impostare una fluido terapia intensiva per la disidratazione. Fondamentalmente se si riesce a trattare il cane entro 5 ore dall’ingestione e il gatto entro 3, allora la prognosi è migliore. Al di là di questa finestra di solito anche con la terapia la prognosi rimane infausta.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Sevenof9