Rogna sarcoptica nel cane: cause, sintomi e terapia
Ecco cause, sintomi, diagnosi e terapia della rogna sarcoptica del cane.
Oggi parleremo di una malattia temuta: la rogna sarcoptica del cane. Temuta perché è possibile la trasmissione all’uomo. Andiamo a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia.
La rogna sarcoptica è una malattia dermatologica parassitaria assai contagiosa dei cani. Nota anche come scabbia del cane è provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei var. canis. In rari casi questo acaro può infestare anche i gatti. Fondamentalmente la rogna sarcoptica può colpire cani di tutte le età e di qualsiasi razza. Ovviamente sono più a rischio i cuccioli, i cani randagi e quelli che sono stati in canile o in pensione, a causa dell’alto numero di animali presenti. Infatti è molto facile prendere la rogna sarcoptica: i cani si contagiano per contatto diretto. Più raramente si contagiano tramite l’ambiente in quando gli acari sono capaci di sopravvivere all’esterno per un massimo di 2-3 settimane, ma solo se le condizioni ambientali glielo consentono.
Ciclo biologico e modalità di trasmissione
Come dicevamo, la rogna sarcoptica nel cane è provocata dall’acaro Sarcoptes scabiei var. canis. Viene definito come un parassita permanente in quanto tutto il suo ciclo vitale necessita dell’ospite. Dopo essersi accoppiata la femmina (notevolmente più grossa del maschio) si scava una galleria nello strato superficiale della cute e qui deposita le uova. Dalla schiusa delle uova alla crescita di un adulto di solito passano 17-21 giorni: nella cute l’acaro si ciba di detriti della pelle.
Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, la più importante rimane il contatto diretto con un cane malato, ma occhio che è possibile anche la trasmissione indiretta per via ambientale.
Sintomi
Per quanto riguarda i sintomi della rogna sarcoptica nel cane, essi prevedono 1-3 settimane di incubazione e sono:
- prurito intenso (cosa che la differenzia dalla Demodicosi nella quale inizialmente il prurito non c’è, salvo comparire in un secondo momento a causa di sovrinfezione batterica) che diventa incoercibile
- l’acaro si localizza di solito a livello di orecchie, arti, gomiti, garreti, parte ventrale di addome e torace. Se non trattata in tempo le lesioni si estendono a tutto il corpo
- presenza di papula crostosa sierosa o ematica
- dermatite desquamativa
- lesioni da auto traumatismo secondarie, come alopecia, croste e sovrinfezione batterica
Vale poi la pena di sottolineare come la rogna sarcoptica sia una zoonosi, ovvero così come l’acaro colpisce altri cani, potrebbe colpire anche l’uomo: qui abbiamo sempre lesioni crostose localizzate di solito su arti, addome e pube. Tuttavia non essendo l’uomo l’ospite preferenziale di questo acaro ecco che tendenzialmente nella pelle umana non scava gallerie, quindi significa tempi di guarigione rapidi in circa due settimane con scomparsa totale delle lesioni. Lesioni più gravi si possono osservare in soggetti immunodepressi.
Per quanto riguarda la diagnosi, si effettua un raschiato o si esaminano le croste al microscopio: qui si mettono in evidenza le uova e gli acari adulti. Talvolta potrebbe essere necessario più di un raschiato perché non è detto che ci siano tantissimi acari. La diagnosi differenziale deve essere posta nei confronti di altre parassitosi esterne, la dermatite atopica, le allergie alimentari, la dermatite allergica al morso della pulce e anche la Leishmaniosi.
Terapia
Per quanto riguarda la terapia della rogna sarcoptica, ecco che in Italia ci sono diverse molecole registrate come la selamectina e la moxidectina + imidacloprid che permettono applicazioni spot on o anche applicazioni locali di amitraz. Essendo molto contagiosa, la terapia deve essere fatta anche a tutti gli animali conviventi. E bisogna disinfettare bene l’ambiente, onde evitare reinfestazioni.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Cedric_Ramirez
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