Un post per ricordare gli ospiti pelosi del Titanic
Sul Titanic non c'erano solo esseri umani e in questo post vogliamo ricordare i cani rimasti vittime di quella tragedia
Oggi, centodue anni fa, avveniva una delle tragedie più famose della storia dell’uomo. Nel suo viaggio inaugurale verso gli Stati Uniti, il Titanic, il transatlantico più grosso della sua epoca, tanto da essere definito “la nave inaffondabile”, urtò un iceberg nel Nord Atlantico, colando a picco insieme a millecinquecento persone. La storia del titanic la sappiamo tutti, anche grazie alla miriade di lungometraggi girati sull’argomento. Quello che non tutti sanno, però, è che sul transatlantico non viaggiavano solo esseri umani. Come oggi, anche all’inizio del secolo scorso, c’era chi amava viaggiare con il proprio cane.
Il Titanic era un’eccellenza sotto ogni punto di vista ed aveva, ovviamente solo per i passeggeri di prima classe, una struttura a bordo destinata all’accoglienza dei cani. Quella notte di 102 anni fa, erano dodici i cani presenti sulla nave e, di questi dodici, solo tre sono sopravvissuti. Essendo di piccola taglia sono stati facilmente nascosti nei cappotti o nelle coperte e poi portati sulle scialuppe di salvataggio. Si trattava di due Pomerania e un Pechinese. Ci sono altre due storie molto particolari. Il cane del comandante della nave, il Capitano Smith, è salito a bordo del Titanic per poi scendere il giorno successivo e tornare a casa dalla sua padroncina, la figlia del capitano.
In un racconto particolarmente toccante, una passeggera di nome Ann Elizabeth Isham, ha visitato quotidianamente il canile di bordo per andare a trovare il suo alano. Al momento del disastro, Isham era su una scialuppa ma, quando le è stato detto che non poteva portare con se il cane, ha deciso di s è stato detto di aver visitato il suo alano in canile della nave quotidiano. A un certo punto, Isham era seduto in una barca di vita, ma quando ha detto che il suo cane era troppo grande per unirsi a lei, lei uscì dalla barca. Il suo corpo è stato trovato alcuni giorni dopo, stringendo sul suo cane nelle acque gelide.
Ci sono anche storie molto fortunate come quella di Charles Moore di Washington che doveva portare 100 Foxhounds, ma che si è imbarcato su una nave diversa all’ultimo minuto. Altri due cani evitato disastro quando sbarcarono con i loro proprietari a Cherbourg, la prima tappa della nave dopo aver lasciato Southampton.
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Via|Dogingtonpost