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Shunt portosistemico nel cane e nel gatto: la dieta da seguire

Che ne dite se oggi andiamo a parlare di dieta e alimentazione in caso di cani o gatti con shunt portosistemico?

Shunt portosistemico nel cane e nel gatto: la dieta da seguire

Abbiamo già parlato in un precedente articolo dello shunt portosistemico del cane e del gatto, approfondendo la questione delle cause, della patogenesi e dei sintomi. Oggi, anche in virtù di diverse richieste arrivate via mail dagli utenti, andiamo a parlare in maniera più approfondita della dieta e dell’alimentazione del cane o del gatto con shunt portosistemico: è inutile spendere tanti soldi per fare una diagnosi, se poi non si segue alla lettera la dieta prescritta dal vostro veterinario. Ovviamente io farò delle considerazioni di ordine generale, dovete sempre basarvi su quello che vi consiglia il vostro veterinario curante che conosce di prima mano il caso e il paziente.

Che cos’è lo shunt portosistemico?

Avevamo già parlato diffusamente dello shunt portosistemico del cane e del gatto, qui riprendiamo solo un paio di concetti in modo da capire meglio l’alimentazione. In generale lo shunt portosistemico è una comunicazione vascolare anomala fra il sistema venoso portale e quello sistemico, nel quale in pratica viene bypassato il fegato. Gli shunt portosistemici si distinguono in extraepatici (più frequente nei cani di piccola taglia e nei gatti; comunicazione porta/cava, si ha per esempio dopo cirrosi) e intraepatici (comunicazione porta/cava attraverso la vena epatica sinistra; raro nel gatto), in congeniti (il 75% di quelli del cane) e acquisiti. Visto che il fegato viene bypassato, le tossine che qui normalmente verrebbero eliminate o modificate, ecco che si accumulano in circolo con sviluppo di iperammoniemia e encefalopatia epatica; inoltre la riduzione del flusso portale (che si riversa invece in quello sistemico) fa sì che il fegato cresca poco e si ha atrofia epatica.

Dieta e alimentazione

Di norma la terapia d’elezione per lo shunt portosistemico è la chirurgia, tuttavia in alcuni casi questa può non essere attuata: rifiuto del proprietario a procedere, paziente inoperabile (magari sofferente di altre patologie, paziente troppo anziano ad alto rischio anestesiologico…). All’interno della terapia medica rientra anche l’alimentazione che in caso di shunt portosistemico deve essere più che precisa, non ci si possono permettere sgarri di nessun tipo.

La dieta deve essere ipoproteica e si dovrebbero utilizzare di preferenza proteine vegetali o del latte, evitando il più possibile la carne e le uova (andrebbero bene, ma hanno troppa metionina che potrebbe scatenare crisi). Nel cane si parla in questo caso di 14-17% di proteine, nel gatto 30-35%. La dieta deve anche essere iperglicidida e normolipidica. Tutto questo viene fatto per evitare l’insorgenza di encefalopatia epatica e dell’iperammoniemia: la dieta è vero che preferisce i carboidrati e che è ipoproteica, ma questo non significa eliminare del tutto le proteine, devono essere composta da un giusto equilibrio fra aminoacidi aromatici e aminoacidi ramificati. La dieta deve essere ricca di vitamine A, B, C, D, E, K, mentre si somministrano clisteri o lattulosio per aumentare il transito intestinale e ridurre l’assorbimento di ammoniaca. Inoltre periodicamente bisognerà associare una terapia antibiotica per ridurre il numero di batteri che producono ammoniaca.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Raneko

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