Quanto sopravvive un gatto con diabete mellito?
Una volta diagnostica e messo sotto terapia un gatto con diabete mellito, quale è il suo tempo di sopravvivenza? Quanto a lungo può vivere un gatto con diabete mellito?
Capita spesso di ricevere mail che chiedono quanto possa sopravvivere un gatto con diabete mellito. Ed è anche una domanda molto frequente che viene posta in ambulatorio a seguito di diagnosi, subito l’inevitabile: “Ma dovrò fargli le punture a vita?”. Ecco perché dopo aver parlato abbondantemente di diabete mellito nel gatto, in particolar modo per quanto riguarda sintomi e terapia, ecco che oggi andremo ad approfondire l’argomento: quanto sopravvive un gatto con diabete mellito?
Qualche nozione base sul diabete mellito
Abbiamo parlato più approfonditamente altrove del diabete mellito nel gatto (patologia che fra l’altro colpisce anche cani e furetti), qui diamo solo qualche nozione di base per rinfrescarci la memoria. Il diabete mellito è una patologia endocrina in cui si hanno alti livelli di glucosio nel sangue. Può essere provocata o dalla mancata produzione di insulina da parte del pancreas endocrino o da una resistenza delle cellule dell’organismo all’azione dell’insulina.
Compito dell’insulina è quello di far entrare nelle cellule del corpo il glucosio circolante nel sangue. Quando si produce poca insulina o si ha una resistenza alla medesima, ecco che il glucosio non riesce ad entrare nelle cellule e si accumula a livello del sangue, provocando una costante iperglicemia. Quando il tasso di glicemia supera quello che è noto come la soglia renale, ecco che glucosio compare anche nelle urine: questo valore soglia si aggira sui 180-220 mg/dl. Ecco perché oltre a fare un esame del sangue, è possibile che il vostro veterinario vi chieda anche di effettuare un esame delle urine, utile sia per vedere se c’è glicosuria sia per vedere se ci sono corpi chetonici.
Di solito il diabete mellito compare nei gatti di mezza età, l’obesità è un fattore predisponente e come proprietari potete accorgervi che c’è qualcosa che non va perché il gatto, oltre a mangiare tanto, comincia a bere tantissimo e progressivamente a dimagrire. Questo succede nelle prime fasi del diabete mellito, quando è scompensato o non trattato, ecco che arriviamo alla ben più grave chetoacidosi diabetica.
La terapia prevede la somministrazione iniettabile di insulina (no, negli animali non si usano ipoglicemizzanti orali perché sono tossici per cani e gatti, quindi non insistete col vostro veterinario affinché ve li prescriva: dovete rassegnarvi a fare le iniezioni) previ controlli periodici e una dieta apposita da cui non bisogna mai sgarrare.
Quante sopravvive un gatto con diabete?
E ora arriviamo alla fatidica domanda: quanto sopravvive un gatto con diabete mellito? Un recente studio ha evidenziato come i tempi di sopravvivenza medi siano di 516 giorni, quindi un anno e mezzo circa, con variabilità da 1 a 3468 giorni. La variabilità dipende da diversi fattori. Prima di tutto stiamo parlando di esseri viventi, non di macchine, quindi ogni paziente è un caso a se stante.
In secondo luogo il tempo di sopravvivenza diminuisce nettamente se in concomitanza ho anche alti livelli di creatinina nel sangue, questo a causa dell’insufficienza renale contemporanea al diabete mellito. Ciò significa che se il vostro veterinario vi dà un tempo di sopravvivenza di un paio di anni, ma il gatto muore dopo solo un paio di mesi è perché dovete mettere in conto anche la presenza di altre patologie concomitanti. L’insufficienza renale è una, ma considerate che per esempio il diabete mellito predispone allo sviluppo di infezioni, per cui se ho un gatto che continua ad avere cistiti o dermatiti e deve essere imbottito di farmaci, molto probabilmente vivrà un po’ di meno rispetto ad un gatto con solo diabete mellito. Pare invece che la chetoacidosi diabetica non influenzi sul lungo periodo il tempo di sopravvivenza, quindi vuol dire che se il gatto riesce a sopravvivere a quell’episodio di chetoacidosi, la durata della sua vita è uguale a quella di un gatto diabetico senza chetoacidosi. Questo a patto che però non muoia prima di chetoacidosi, si intende.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | zuggup