“Monkey Island” il vero Pianeta delle Scimmie
Un'isola africana è il regno di scimmie scampate alla vivisezione. Venite a scoprire Monkey Island
Avete presente la celeberrima saga cinematografica “Il Pianeta delle Scimmie”? la trama centrale girava attorno all’esistenza di un pianeta in cui i ruoli tra esseri umani e scimmie erano ribaltati (almeno nel film originale con Charlton Eston del 1968). Su quel pianeta le scimmie comandavano, usavano utensili, avevano una gerarchia ed un governo mentre gli esseri umani erano alla stregua di animali da lavoro. Nei film successivi c’è sempre stato il confronto “uomo-buono contro scimmia-cattiva”. Ma siamo sicuri che un pianeta del genere sia davvero un incubo?
Non è proprio un pianeta ma un’isola. L’isola delle scimmie esiste davvero e si trova e in una zona isolata dell’Africa centro-occidentale. E’ il luogo in cui decine di scimpanzè sono riusciti a sopravvivere a svariate malattie, due guerre civili e numerosi test medici ed esperimenti nei laboratori. Arrivano, infatti, dall’istituto “Liberian Institute of Biomedical Research”, chiuso circa dieci anni fa grazie alla pressione da parte degli attivisti per i diritti degli animali. Invece di sopprimerli (come hanno fatto con delle cavie in un noto centro di ricerca italiano) li hanno curati, rieducati e trasferiti su quest’isola totalmente isolata dal mondo. Il giornalista americano Kaj Larsen ha voluto indagare sulla storia di queste scimmie.
Ha scoperto che cento scimmie furono appositamente contagiate con malattie infettive, nella speranza di trovare cure per gli uomini (ovviamente senza successo). Gli scimpanzé presenti sull’isola devono essere nutriti regolarmente, visto che non c’è abbastanza cibo sulle isole per mantenerli. In natura si sarebbero spostati da un luogo all’altro in cerca di cibo, dormendo in luoghi diversi ogni sera. La dottoressa Brotman, ex direttrice della struttura, ha ammesso:
“Penso che avessero ragione. Lo credo davvero. Gli scimpanzé non dovrebbe essere utilizzati negli esperimenti”.
Via|Greenme