Depenalizzazione dei reati contro gli animali: il Parlamento dice no
In nome della semplificazione, il nostro Governo vorrebbe depenalizzare il reato di maltrattamento degli animali. Ma Matteo Renzi ha fatto un passo indietro e la Commissione Giustizia della Camera ha detto no alla misura
Si è giunti a un punto cruciale per la questione “depenalizzazione dei reati contro gli animali” che era stata proposta dal Governo in nome della semplificazione. Dopo una levata di scudi da tutta Italia in difesa degli animali non umani, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva dichiarato pubblicamente che il suo Governo avrebbe fatto marcia indietro sulla questione e ora è arrivato il primo no del Parlamento alla depenalizzazione dei reati contro gli animali.
Si tratta di un risultato importante perché quella sugli animali è una delle uniche tre esplicite esclusioni dettate come “condizione” dal Parlamento. La Lega Antivisezione esulta – e con essa tutti coloro che hanno a cuore gli animali non umani – e commenta:
Con il voto della Commissione Giustizia della Camera si inizia a bloccare concretamente il progetto di depenalizzazione dei reati contro gli animali, la cosiddetta tenuità del fatto.
E poi chiosa:
È una prima significativa vittoria che ferma la paventata impunità di maltrattatori e uccisori di animali e spiana la strada al Ministro della Giustizia Orlando per inserire nel testo finale del Decreto Legislativo una esclusione ancora più efficace.
Ora il Governo dalla prossima settimana è autorizzato a emanare il testo finale per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
A questo punto la palla passa al Ministro della Giustizia Andrea Orlando che dovrà inserire nelle “Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto” la dicitura chiara “ad eccezione dei reati contro le specie animali protette o dei reati contro gli animali”. La LAV assicura che continuerà a essere a fianco del Ministro Orlando perché tutto proceda come deve.
Matteo Renzi fa marcia indietro
23 dicembre 2014
Il premier Matteo Renzi, parlando a RTL 102,5, ha affermato che il maltrattamento degli animali resterà un reato e non si procederà, pertanto, alla depenalizzazione come era stato comunicato in precedenza, in nome della semplificazione.
Il premier ha preso atto del fatto che “molti animalisti sono preoccupati perché sembra che depenalizziamo il maltrattamento degli animali”. Poi ha commentato:
Vorrei rassicurare: queste norme non sono ancora legge, saranno modificate. Ascoltiamo sempre tutti. Si può anche sbagliare e modificare in corsa qualche riforma che facciamo.
A quanto sembra, quindi, il Presidente del Consiglio si è reso conto della grande sollevazione che c’è stata nei confronti dello Schema di Decreto legislativo recante Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto con il quale, tra gli altri, si voleva procedere alla depenalizzazione del reato di maltrattamento di animali (rendendo impossibili per il futuro, per esempio, processi come quelli contro Green Hill) e ha fatto un passo indietro.
Noi invitiamo i nostri amici e le nostre amiche a continuare a mandare email agli indrizzi dei politici, aderendo all’appello della LAV o ad altri appelli che trovate in rete: è necessario farsi sentire perché, come ha detto il Premier, “si può anche sbagliare e modificare in corsa qualche riforma che facciamo”: ed è il caso di (continuare a) fargli sapere che sul maltrattamento degli animali l’errore c’è stato ed è stato grande.
Mail bombing e giornata di mobilitazione nazionale
21 dicembre 2014
La Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente (fondata da Lav, Enpa, Oipa, Lega Nazionale difesa del Cane e Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e che è composta tra oltre trenta associazioni animaliste e ambientaliste) propone un mail bombing su governo e Parlamento per dire no alla depenalizzazione dei reati contro gli animali. Inoltre, convoca per il 24 gennaio una giornata nazionale di mobilitazione. Scrive la Federazione che lo Schema di Decreto legislativo recante Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto è un
vero e proprio “colpo di spugna” che rischia di cancellare in un attimo dieci anni di norme penali su maltrattamenti e uccisione di animali. Tali reati, infatti, rientrano nel limite massimo dei cinque anni di reclusione per i quali, secondo il decreto, scatterebbe la non punibilità. Perciò la Federazione chiede a tutti i cittadini di inviare mail di protesta al premier Renzi, al ministro della Giustizia Orlando, ai membri delle commissioni Giustizia di Camera e Senato.
Commentano poi dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente:
Se il testo fosse approvato, non potrebbero più esserci processi come quello in corso contro l’allevamento Green Hill di beagle per la vivisezione, le condanne di allevatori per lo scandalo “vacche a terra” o di cacciatori per uso illegale di richiami vivi, di circensi, di organizzatori di combattimenti fra cani e di trafficanti di cuccioli. Anche i sequestri di animali sono a rischio, poiché con l’archiviazione gli stessi animali dovranno essere restituiti a chi li deteneva e li maltrattava.
Aderire al mail bombing è semplice: è sufficiente andare sul sito della LAV dove è disponibile un modulo online per inviare l’email di protesta.
Petizioni online per dire no alla depenalizzazione
17 dicembre 2014
La depenalizzazione dei reati di maltrattamento contro gli animali proposta dal Governo (non è ancora legge, è stato proposto uno schema del decreto) sta provocando molte reazioni, non solo in rete. Cosa possiamo fare noi per evitare che la proposta diventi legge?
Innanzitutto è importante far sapere che esiste questo schema di decreto, anche semplicemente condividendo questo post sui social network come Facebook e Twitter. Inoltre segnaliamo che ci sono due petizioni online che possiamo firmare per provare a sensibilizzare tanto l’opinione pubblica, quanto (soprattutto) i politici che poi dovranno votare o meno la legge.
Sulla piattaforma Firmiamo è possibile sottoscrivere una petizione, che è così introdotta:
Il governo Renzi ha emesso un decreto in attuazione della legge delega 6772014 che di fatto prevede la depenalizzazione del reato di maltrattamento contro gli animali dichiarandolo un reato minore. Questo vuole dire che nessun aguzzino di animali finirà più in carcere e lascerà liberta di maltrattare gli animali. Noi non ci stiamo e diciamo a chiare lettere al Governo Renzi che il maltrattamento sugli animali deve restare reato e che le pene non devono diminuire e aumentare.
Il sistema è sempre lo stesso delle petizioni online: si lascia la propria email, si firma e se si vuole poi si lascia un messaggio. È importante, poi, confermare la firma, cliccando sul link che arriverà per email.
L’altra iniziativa è un mail bombing, cioè l’invio massivo di email a determinati indirizzi di posta elettronica per far presente la situazione. L’idea è nata su Facebook e, nell’evento apposito, troviamo sia gli indirizzi email a cui inviare l’email sia un suggerimento di testo da spedire.
Noi di Blogo sosteniamo queste petizioni e invitiamo tutte le nostre lettrici e i nostri lettori a firmare la petizione e a partecipare al mail bombing. Soprattutto nell’invio delle email, vi chiediamo di esporre in maniera ferma ma educata, senza condire il vostro intervento con parole forti o scendendo sul personale. È fondamentale dire quello che si pensa e far conoscere ai nostri politici che non condividiamo questa proposta di legge, ma è altrettanto importante farlo in maniera educata per ottenere i migliori risultati.
Il governo vuole depenalizzare il maltrattamento sugli animali?
12 dicembre 2014
Pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri ha approvato le “Disposizioni in materia di non punibilità per particolare tenuità del fatto”, in pratica il testo del Decreto legislativo di attuazione della Legge delega 67/2014 che prevede la depenalizzazione di alcuni reati definiti “minori”: tra questi figurano anche i reati di maltrattamento contro gli animali.
Praticamente, potrebbe scattare l’archiviazione per quei reati che prevedono una pena detentiva non superiore ai cinque anni o che, in alternativa, prevedono una multa (da sola o con la detenzione). Questo significherebbe che reati come il maltrattamento di animali potrebbe finire archiviato: dobbiamo usare il condizionale perché al momento non è nulla di certo. Secondo il Governo semplificare in tal modo vorrebbe dire alleggerire il lavoro dei tribunali. In ogni caso le parti lese potranno avere comunque un risarcimento: in pratica in sede civile si potrebbe prevedere il risarcimento della parte offesa e gli autori del reato potrebbero in ogni caso essere soggetti agli arresti domiciliari.
Quindi non si dovrebbe più andare in carcere per i seguenti reati: divieto di combattimento tra animali, maltrattamento di animali, uccisione o danneggiamento di animali altrui, uccisione di animali.
La depenalizzazione dei reati contro gli animali è spesso oggetto di dibattito tra i giuristi, tanto che non sono mancate nemmeno disegni di legge presentati in Parlamento. L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani nel commentare la notizia cita un articolo di Marco Travaglio, in cui il giornalista afferma:
Un governo che vuole introdurre la discrezionalità dell’azione penale perché sostiene che i magistrati non riescono a perseguire tutti i reati e quindi scelgono di volta in volta quali perseguire prima non dovrebbe creare il reato penale di maltrattamenti sugli animali […] Il reato penale di maltrattamento agli animali ha l’unico scopo di intasare ulteriormente i tribunali, di non produrre nulla perché va in prescrizione e chi ha maltrattato gli animali se ne va a casa impunito.
Quindi sarebbe meglio, secondo alcuni, una multa immediata che non la punizione con il carcere, detenzione che poi di fatto non arriva per il fatto che spesso si arriva alla prescrizione e quindi il reato commesso non è più punibile. Dall’altro lato c’è da considerare che molti studi (a tal proposito vi rimandiamo al libro di Annamaria Manzoni dal titolo Sulla cattiva strada. Il legame tra la violenza sugli animali e quella sugli umani) sottolineano come la violenza contro gli animali e quella contro gli esseri umani siano strettamente collegate: considerare la prima “di lieve entità” sarebbe un gravissimo errore che potrebbe avere conseguenze al momento non prevedibili.
Se da un lato è giusto semplificare e consentire così alla giustizia di muoversi più rapidamente, dall’altro lato crediamo che depenalizzare i reati contro il maltrattamento degli animali significhi incamminarsi per una via molto pericolosa, in cui non si considerano i diritti di tutti degli esseri viventi, ma solo quelli di una parte (vale a dire: gli esseri umani). E questo non è solo una fissazioni da animalisti, perché giova ricordare quel che diceva il filosofo Theodor Adorno: “Auschwitz inizia quando si guarda un mattatoio e si pensa: Sono solo animali”.