Inizio anno con gatto, una riflessione in poesia
Nella canzone “Il testamento” Georges Brassens dichiara il suo amore per i gatti, amore che riesce a superare il tempo e va anche nell'aldilà
L’anno che è appena trascorso e quello nuovo che è giunto porta con sé diverse riflessioni sul tempo che passa, sulle speranze che si ripongono nell’anno appena iniziato, su quello che è stato e quel che sarà. A volte anche sulla morte. Pensieri funesti, si dirà. Ma ineludibili.
A tal proposito mi sono ricordato di una canzone di Georges Brassens (1921-1981) cantautore, poeta, scrittore e attore francese: ne Il testamento, Brassens detta le sue ultime volontà e immagina come potrebbe essere la vita qui, sulla terra, dopo la sua dipartita. Non gli interessa un bel nulla di quello che accadrà, se sua moglie vorrà sposarsi o meno… l’importante è che nessuno osi maltrattare il suo gatto perché allora lui, dall’aldilà, correrà in difesa del suo micio.
Il testamento
Voglia Iddio che la mia vedova si addolori
sotterrando la sua metà
e che per piangere
delle cipolle non senta la necessità…Con uno sposo della mia taglia
in seconde nozze si mariti:
potrà approfittare delle mie scarpe,
le mie pantofole ed i miei vestiti.Che beva pure il mio vino, che ami pure mia moglie,
fumi pure la mia pipa e il mio tabacco,
ma che non osi mai – per l’anima mia!
che non osi mai maltrattare il mio gatto.Anche se in me non c’è né un atomo
né un’ombra di malvagità,
se maltratta il mio gatto,
c’è un fantasma che lo perseguiterà.
Se maltratta il mio gatto,
c’è un fantasma che lo perseguiterà.
A proposito dei gatti, Georges Brassens ebbe a dire:
È l’animale più bello, il più nobile. Lo preferisco a tutti e da sempre. D’una regale, d’una selvatica indipendenza, rifiuta qualsiasi padrone imposto. Il suo, se l’è scelto, ed è un amico al quale saprà restare fedele fino alla morte. Senza bassezze, senza servilismo alcuno. Da pari a pari. Ed è per questo che l’amo.
Senza servilismo alcuno: potrebbe essere un ottimo slogan da adottare nel 2015!
Foto | Eva Prokop