Stefano Benni, le macchine e i gatti
I gatti possono essere un simbolo dell'amore tra uomo e donna, dice Stefano Benni in una poesia pubblicata sul suo sito
Stefano Benni, autore molto amato da una grande fetta di lettori e lettrici italiane, ha pubblicato sul suo sito – nella sezione inediti – una poesia in cui parla di gatti.
La figura del micio serve a Stefano Benni per parlar d’amore: anzi delle difficoltà dell’amore, di quanto possa essere rischioso innamorarsi (come per i gatti attraversare la strada con tutte le macchine che ci sono in giro) e di come, ancora più, sia complicato, a volte, dialogare quando le cose non vanno bene (i telefoni sono scomodi per le zampe dei gatti!). E c’è anche un altro aspetto che Stefano Benni sottolinea: l’indipendenza, nell’amore. A volte si vuole stringere troppo a sé la persona amata e ci si dimentica che più opprime e più la persona amata potrebbe fuggire: un po’ come succede con i gatti che amano sì essere accarezzati, ma amano anche starsene liberi e farsi i loro giri. Questo vuol dire che i gatti non ci vogliono bene? Ma no! Forse siamo noi a non voler loro bene…
Di Stefano Benni vi abbiamo proposto altre due poesie: una dedicata a una gatta e un’altra ai cagnolini, entrambe tratte dalla raccolta Prima o poi l’amore arriva.
Le macchine
le macchine
sono troppo veloci
per i gatti
i gatti
che vogliono attraversar
per cercare
un amore
un amore
che dall’altra parte della strada sta
(si sa, bisogna rischiar)E i gatti
i gatti
sono troppo indipendenti
per le donne
le donne
che li voglion carezzar
per mimare
un amore
un amore
quando proprio in giro non ce n’è
(neanche a pagar)E se di notte mi vien voglia ti telefono
dalle cabine in autostrada da qualche squallido bar
sento i gettoni che cadono come battiti
del mio cuore ingenuo a metà
e tu rispondi annoiata
scocciata
addormentata
alle tre di notte cos’altro potresti far
e io ti chiedo sei sola e tu naturalmente ti incazzi
vorresti dormire vorresti riattaccar
e non capisci che…I telefoni
i telefoni
sono troppo scomodi
per le zampe dei gatti
dei gatti
che voglion telefonar
per chiamare
un amore
un amore
che abita in un’altra città
(chissà se un giorno tornerà)E la notte
la notte
ci sono troppe stelle
troppe macchine
e ai gatti
viene voglia di sdraiarsi
proprio in mezzo
alla strada
e guardare
e aspettar
che qualcuno gentile ti tocchi la spalla e dica
il mondo è finito, signore
se ne può andarE se di notte ti vien voglia mi telefoni
dalla tua casa tranquilla o da un albergo sul mar
sento gli squilli che mi svegliano come battiti
del tuo cuore ingenuo a metà
e ti rispondo scocciato annoiato addormentato
alle tre di notte cos’altro potrei far
e se mi chiedi se sono solo dico son solo
sono solo solo solo come posso spiegar
i gettoni son finiti signore
è ora di andar
ma perché non capite che…Le macchine… [ripete le prime due strofe]