Francia, fanno una colletta per comprare lo zoo e liberare gli animali
In Francia una ONG ha fatto una colletta per comprare uno zoo e liberare così gli animali. Ecco cosa è successo.
In Francia la ONG Rewild ha organizzato una colletta per comprare uno zoo e liberare gli animali. Che detto così suona molto bello, ma in realtà la questione pone domande più articolate. Ma andiamo con ordine. Tramite il sito web gofundme.com, l’Ong Rewild è riuscita a raccogliere in cinque giorni 600mila euro da più di 22.200 persone. Lo scopo della raccolta fondi era quello di comprare uno zoo nella Bretagna (regione del nord-ovest della Francia) per liberare i 560 animali selvatici qui ospitati e trasformare successivamente la struttura in un centro di riabilitazione veterinario.
Ong Rewild: la raccolta fondi per comprare lo zoo
Secondo quanto rivelato dalla Ong Rewild, il donatore più munifico è stato Marc Simoncini, uomo d’affari e ideatore del sito di incontri Meetic. Simoncini ha contribuito con una donazione da 250mila euro. Grazie a tutte le donazioni la Ong ha potuto acquistare lo zoo di Pont-Scorff: il contratto era stato firmato il 16 dicembre e la Ong aveva un anno e mezzo di tempo per trovare i 600mila euro necessari.
Il progetto prevede di acquistare lo zoo, liberare i 560 animali selvatici ospitati nei loro ambienti originali e trasformare il centro in un luogo di riabilitazione per animali provenienti da traffici illegali o sequestrati dalle forse dell’ordine.
L’Ong ha spiegato che la raccolta continuerà comunque a rimanere aperta in modo da riuscire a trovare i fondi necessari per mandare avanti lo zoo fino a quando il progetto in cantiere non verrà avviato. Secondo Rewild, serviranno almeno 100mila euro al mese per poter pagare dipendenti, cibo e cure degli animali, alcuni dei quali versano in uno stato “preoccupante”.
Che fine faranno gli animali liberati?
La questione da approfondire, però, è che fine faranno gli animali liberati. Il progetto prevede di liberare gli animali selvatici tenuti in cattività nello zoo nei loro luoghi di origine. Il che è bello è nobile, ma immaginiamo che questo programma richieda tempo. Gli animali, infatti, andranno gradualmente riabituati alla libertà: non è pensabile prendere un leone o una gazzella che hanno vissuto per anni e anni in cattività, liberarli in natura e sperare che riescano a sopravvivere da soli, vorrebbe dire condannarli a morte. Ci vogliono programmi di riabilitazione per gli animali, a meno che il progetto non preveda di liberarli sì nei luoghi di origine, ma in oasi o riserve protette dove potranno essere introdotti gradualmente e tenuti sotto controllo da persona esperto.
Via | tg24Sky
Foto | Pixabay