Gattari da legare: Resistenza passiva
Le strategie di un gatto per resistere al nostro volere sono infinite, ma una sembra avere la meglio su tutte: la resistenza passiva.
I gatti sembrano essere, in questi tempi dominati dalla violenza (anche verbale: se non ci credete, fate un giro sui social network), gli unici veri eredi di Gandhi. In realtà, i felini passano per essere fredde macchine spietate, ma solo quando è l’ora della caccia. A stomaco pieno, esercitano una resistenza più ostinata di un indiano degli anni ’40.
Provate a infilarne uno in un trasportino quando è l’ora di andare dal veterinario, o a spostarne un altro dal cuscino quando desiderate andare a letto. Moltiplicheranno all’infinito il loro peso, diventando delle statue inamovibili.
Perché nessun ingegnere o fisico si è preoccupato di studiare l’impiego che i gatti fanno della forza di gravità? Sempre lì a concentrarsi sul loro scheletro durante la corsa e la caccia… Chissà quali prospettive si aprirebbero: palazzi che non crollano mai, piloni e ponti più duraturi di un acquedotto romano…
Il fatto è che, se la polizia si trovasse davanti a un sit in di gatti, non li manderebbe via nemmeno con gli idranti. E, se dovessero decidere di fare una carica, quest’ultima fallirebbe per improvviso raptus coccolatorio delle forze dell’ordine davanti ai manifestanti a pancia in su che fanno le fusa. Insomma, mettete dei gatti nei vostri cannoni. Se riuscite a sollevarli.
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