Parco del Circeo: popolazione di daini ridotta del 30%, l’accusa dell’Enpa
Al Parco del Circeo la popolazione di daini è ridotta del 30%. Gli animalisti chiedono spiegazioni, il parco risponde.
Animalisti preoccupati per un calo nella popolazione di daini presso il parco nazionale del Circeo. Gli animalisti chiedono spiegazioni, per paura che possano essere adottate soluzioni drastiche per diminuire la popolazione della specie che vive in queste zone. Ma l’Ente Parco risponde alle accuse, sottolineando che non sono previste (e non lo saranno mai) “mattanze” di daini.
L’Ente Nazionale Protezione Animali aveva lanciato l’allarme, sottolineando che presto nel Parco Nazionale del Circeo saranno uccisi 350 daini secondo quanto previsto dal Piano di gestione del daino approvato dal parco, per la riduzione della popolazione del 30%. L’Ente Parco risponde alle accuse, sottolineando che nella Riserva della Biosfera tutelata dall’Unesco si sta assistendo a un “sovrannumero di daini e i dannosi effetti collaterali su flora, fauna, sicurezza e altro, ha imposto una definitiva e chiara assunzione di responsabilità dell’Ente Parco per affrontare la problematica dell’espansione della popolazione di daini all’interno della Foresta Demaniale“.
Il Parco segue le indicazioni dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) contenute nelle ‘Linee guida della gestione degli Ungulati – Cervidi e Bovidi‘ e ha già redatto un Piano di gestione di controllo che ha ottenuto l’ok del Ministero dell’Ambiente e della Regione Lazio. I daini, continua l’ente, sono destinati ad aumentare, con conseguenze sulla vegetazione, sulla popolazione animale, sulla sicurezza e non solo. Per questo
sugli aspetti di carattere socio-economico e sulla sicurezza. Per questi motivi, “anche da noi, si è reso necessario programmare azioni di contenimento della popolazione intervenendo attraverso un prelievo pari ad almeno il 30% della sua consistenza, considerata la capacità di crescita della stessa.
Il piano gestionale è stato attivato con determina n.226 del 30/12/2019 e stanziamento di 195mila euro. L’ENPA spera però che possano essere trovate vie alternative e non cruente, invitando il presidente del Parco a vagliare ogni opzione.
Ricordiamo che il ricorso all’uccisione di animali per il contenimento delle popolazioni viene messa in atto dai parchi italiani e più in generale in tutta Italia da oltre vent’anni senza aver mai portato nessun risultato. È ora di prendere atto di questo fallimento e, in sinergia con i Ministeri interessati, iniziare a percorrere strade innovative ed efficaci. Una di queste è rappresentata dal progetto di ricerca che prevede la sperimentazione del farmaco immunocontraccettivo Gonacon, che interviene sul controllo delle nascite, favorendo un calo numerico. Questa tecnica, utilizzata all’estero, ha dato ottimi risultati.
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