Il significato dei diversi miagolii del gatto
Un recente studio ha cercato di spiegare il significato che si cela dietro i diversi miagolii dei gatti.
Miagolii gatto – Alcuni recenti studi hanno cercato di spiegare cosa si cela dietro i diversi miagolii dei gatti. Nei cani siamo abituati a notare diversi tipi di tonalità e di abbaio, anche perché andiamo da razze minute come il Chihuahua a razze giganti come l’Alano, quindi qui viene automatico pensare alla disparità di suoni emessi. I gatti, invece, tendenzialmente hanno tutti la stessa taglia, quindi si sarebbe portati a pensare che i miagolii siano tutti più o meno gli stessi. E invece no, i gatti hanno intere scuderie di diverse tonalità e timbri di suoni felini, non solo versi base, ma proprio anche variazioni di impostazione. Gli esperti ci vengono in soccorso: le dimensioni e la lunghezza delle corde vocali, se maschio o femmina, l’impegno che il gatto ci mette nel miagolare, la personalità, la razza… sono tutte cose che concorrono a generare quel variopinto panorama di voci e versi felini a cui siamo abituati.
Cosa significano i diversi miagolii dei gatti?
Già nel 1944 la ricercatrice Mildred Moelk aveva delineato quella che sarebbe stata la base del lessico felino: aveva individuato 16 modelli sonori distinti in tre categorie. Qui rientrano i suoni a bocca parta come il sibilo e le urla, tipiche dei gatti in fase aggressiva o i suoni a bocca chiusa come le fusa e i trilli, normalmente associati a stati di felicità felina.
Una cosa da tenere in considerazione è che i gatti adulti miagolano di solito solamente a noi esseri umani e questo perché le madri di solito smettono di rispondere ai miagolii dei gattini una volta che questi sono stati svezzati. Gary Witzman, autore di How to Speak Cat, ha così spiegato: “I gatti vocalizzano così tanto con noi perché hanno imparato che noi esseri umani non riusciamo a capire bene cosa ci stiano dicendo con i movimenti della coda, mentre abbiamo maggiori capacità di capirli sfruttando le orecchie”.
Nicholas Nicastro, autore di due studi sui miagolii dei gatti, fornisce poi ragguagli su quelle persone che sostengono di capire cosa il loro gatto gli stia dicendo: “Le persone tendono a rispondere ai gatti che miagolano in parte perché sono affascinati da un suono che assomiglia quasi ad un linguaggio, ma che non lo è. Non è chiaramente una situazione nella quale i gatti stiano dicendo delle cose specifiche. Devo sottolineare come per alcune persone questa sia un’idea radicale. La gente mi dice per tutto il tempo – Riesco a capire il mio gatto -, ma i gatti stanno solamente cercando di ottenere ciò che vogliono”.
Uno studio sui gatti della Corea del Sud ha notato come i felini domestici tendano a produrre miagolii più brevi e acuti rispetti ai gatti selvatici, probabilmente per questioni di socializzazione. Inoltre i gatti selvatici africani fanno miagolii più bassi che, secondo Nicastro, gli umani trovano meno piacevoli da ascoltare. Quindi è possibile che col passare del tempo le persone abbiano inconsciamente selezionato i gatti domestici che facevano dei miagolii per loro più piacevoli.
Susanne Schötz, professore associato di Fonetica presso l’Università di Lund in Svezia, con il suo studio quinquennale Meowsic ha ribadito come i gatti non si limitino a fare solo Meow, ma usino in realtà parecchie espressione complesse. Ci sono i miagolii di benvenuto, quelli di richiesta di cibo, quelli di richiesta di attenzioni, quelli di richiesta di coccole, quelli di richiesta apertura porta per uscire, quelli di richiesta apertura porta “perché non sopporto le porte chiuse”, i trilli, gli schiocchi con i denti, i ringhi, i soffi, gli ululati, i gemiti di dolore… insomma, i gatti vocalizzano tanto.
Via | Independent
Foto | naanuu