Gattari da legare: Neomamme
Il primo figlio non si scorda mai.
Ho un’amica. Avevo capito sin dal primo istante che si trattava di una gattara potenziale, ma non ho voluto forzare i tempi. Il tempo è galantuomo.
Un annetto fa, mi disse che stava pensando di adottare un gatto. Naturalmente, io ho iniziato a fare il mio solito lavoro di dissuasione: “guarda che ti distrugge tutto, economicamente è molto impegnativo, ma a chi lo lasci se vuoi andare un fine settimana fuori, ti legherà per sempre…”. Insomma, il lavoro sporco che fa chi si occupa dei preaffidi. Se i preaffidi li facessi io, sarei temuta e odiata in mezza Italia.
Lei rispondeva col suo solito modo educato e carino. Una ragazza deliziosa, mi sentivo quasi in colpa. Poi, per qualche mese, non ha più ripreso il discorso. E adesso? Adesso di gatte ne ha due: ne ha adottato una, poi è venuto fuori che questa gattina aveva anche una sorellina ancora in mezzo alla strada, e “mica posso lasciarla lì!”
Dopo il lieto evento, la mia amica ha sistemato tutta la casa in modo da renderla sicura, si preoccupa dei boli di pelo come io mi preoccupo della varicella, ha un calendario puntuale e preciso delle visite dal veterinario, compra gadget da gattara e ha già un consistente album fotografico delle sorelline. Conosce esattamente le differenze caratteriali delle due pelosette e calcola la dose di croccantini pro capite (questa cosa l’abbiamo fatta tutti, prima di arrenderci al “ma butta nella ciotola e chissene!”).
Per fortuna, non tutti mi stanno a sentire quando cerco di scoraggiare chi vuole adottare. Chi resta di quell’idea, lo fa con convinzione.