10 fasi da superare per sopravvivere al gatto mattiniero
Gatto e mattina: pessima abbinata.
I gatti sono adorabili. Sempre e comunque. Però, quando abbiniamo il gatto al mattino allora ecco che forse sono un filino meno adorabili. Il problema è che il nostro gatto si sveglia alle prime luci dell’alba e, generoso come solo tutti i felini sanno essere, vogliono condividere questo antelucano momento della giornata con noi. Che stiamo dormendo ancora beatamente. E che vorremmo continuare a dormire beatamente. Ecco dunque le 10 fasi da superare per sopravvivere ai gatti troppo mattinieri:
- L’attacco furtivo: sono le 4 del mattino, stai beatamente sognando di essere su una spiaggia tropicale, quando improvvisamente una noce di cocco ti piomba sullo stomaco e ti svegli di soprassalto. No, è solo il gatto che ti è saltato sulla pancia a peso morto per ricordarti che il sole sta sorgendo
- La conquista del letto: sono le 5 del mattino, ma non riesci a riaddormentarti perché quel tenero esserino peloso e baffuto di soli cinque chili occupa il 90% del letto. Inoltre fa le fusa così forti che riuscirebbe a sentirle pure Beethoven e ha deciso di spazzolarvi la faccia con la sua coda
- Il miagolio che stordisce: siete riusciti finalmente a mettere il gatto giù dal letto, ma lui risale. Al decimo tentativo, presi da disperazione, lo mettete fuori dalla stanza e chiudete la porta. Appoggiate la testa sul cuscino, vi state per riappisolare, ma lui dall’altra parte della porta comincia a miagolare in maniera straziante e ininterrotta. E già che c’è si rifà anche le unghie sulla porta. Non avete scelta: vi tocca riaprire la porta
- L’artigliata di controllo: niente da fare, ormai non si dorme più. E come una degna comparsa zombie di The Walking Dead vi dirigete mestamente in cucina con l’occhio a mezza asta. Siete così assonnati che non fate caso a quella penna fuori posto sul pavimento che siete sicuri avevate messo sul tavolo la sera prima. E non siete ancora così coscienti da realizzare che quel piano cucina che la sera prima brillava tanto era pulito adesso è pieno di peli sospetti. Vi sedete stancamente al tavolo aspettando che la caffeina faccia effetto. Il gatto, sempre con aria serafica, verrà a sedersi vicino a voi. Ed è allora che partirà l’artigliata di controllo sul braccio per vedere se siete effettivamente coscienti. Meglio della caffeina per svegliarsi
- L’acrobata mancato: il gatto si è stufato di artigliare il vostro braccio, la novità della cosa è già scemata. Quindi ecco che per risparmiare tempo decide di saltare dal tavolo al piano di lavoro. Sbagliando clamorosamente mira. Cadendo per terra, ma facendo finta di niente. Peccato che si è trascinato dietro il cellulare, un paio di penne, il block-notes e qualche libro di ricette. Indovinate a chi tocca rimettere a posto?
- Il riempimento della ciotola: è ora di dare da mangiare al gatto. Cosa che può trasformarsi in un braccio di ferro nel quale siete destinati a perdere. Gli aprite la bustina che ha sempre mangiato volentieri e il micio si avvicina con aria di sufficienza, dà un’annusata giusto per conoscenza e poi si volta a guardarvi con aria miserevole “Sei sicura umana che devo mangiare questo?”. Di mangiare la scatoletta aperta ieri e tenuta in frigo non se ne parla, le crocchette A sono out da una settimana, le crocchette B non sono più di tendenza, le crocchette C sono aperte già da tre giorni e mannaggia a quando gli avete fatto assaggiare quella scatoletta la settimana scorsa di cui ovviamente avete finito le scorte. E che è quella che lui vuole adesso
- L’occupazione del bagno: la casa è mediamente grande, c’è spazio in abbondanza per tutti. Ma il gatto deve assolutamente sistemarsi in quell’angolino di tappeto del bagno che è anche il posto in cui voi dovete stare in questo momento. Cominciate dunque a fare le acrobazie per riuscire a lavarvi e truccarvi senza scomodare il gatto. Risultato? Trucco probabilmente sbavato e mignolo del piede dolorante perché durante queste acrobazie lo avete sbattuto contro l’angolo del mobile
- Uscire o non uscire? Questo è il dilemma: state ancora cercando di vestirvi per uscire, siete in ritardissimo, ma il gatto si pianta davanti alla gattaiola, miagolando pateticamente e guardandovi con occhi supplichevoli. Nota bene: quella gattaiola è lì da quando c’è il gatto, ha imparato ad usarla quasi prima della lettiera, ieri sera è entrato ed uscito da solo diverse volte. Ma in questo momento sembra aver dimenticato come funziona. Quindi andate alla porta e aprite la gattaiola. Lui vi guarda sconsolato. Allora aprite la porta: lui continua a guardarvi con commiserazione. Rassegnati, lo prendete in braccio e lo mettete fuori, poi chiudete la porta. E lui rientra tranquillo dalla gattaiola
- Il vomito a comando: finalmente vi siete vestiti, avete più o meno riassettato tutto, i danni fatti dal micio di prima mattina sono sistemati… ma proprio tutti tutti? No, perché è nel momento in cui vi accingete ad uscire di casa che sentite il temuto rumore di vomito del gatto “Glup, glup, bleargh…”. Quindi tornate indietro e trovate al centro del tappeto della sala un vomito di pelo degno di un leone della savana
- Le false scuse: stai per uscire, questa è la volta buona, ma un miagolio dolce ti blocca sulla porta. Che carino, vuole le coccole e ti ha chiesto scusa. No, la mente felina sta pensando: “Va bene umana, per questa volta ti perdono, ma prossima volta sveglia alle 3 e scatoletta buona, non transigo”
Via | Metro.co.uk
Foto | tigergirl